Il cachet alle zone alluvionate. La cantante: “Sono una romagnola ruspante”. E su Sanremo 2025…
Ne’ l’acqua alta ne’ la pioggia battente hanno fermato Laura Pausini ieri sera a Venezia. Piazza San Marco aveva cominciato ad allagarsi già nel pomeriggio e poco dopo le 22 sulla città lagunare si è riversato un temporale accompagnato da lampi tuoni che ha bagnato la prima del tour mondiale per festeggiare i trent’anni di carriera.
Laura non si è voluta fermare e dopo 5 anni di stop è andata avanti, determinata come sempre.
“I miei concerti più importanti sono stati tutti sotto la pioggia. Bagnata canto meglio”, ha detto a voce alta e gocciolante ai 5mila davanti a lei, inzuppati nonostante gli impermeabili e le galosce.
nonostante impermeabili e galosce, non mollano. Ad un certo punto anche la tecnologia è venuta meno e lei ha scelto di andare avanti, improvvisando e continuando a cappella. Quando poi, dopo venti minuti, funzionava tutto ha detto: “questo è un concerto fighissimo”.
A parte le intemperie, è stato un concerto grandioso: la prima parte di una grande festa per i suoi 30anni di carriera. Laura ha cominciato dal pianobar a Solarolo, poi ha conquistato prima Sanremo, poi l’Italia, infine il mondo.
“Ovvio che sono orgogliosacdi quello che ho fatto – racconta poco prima di salire sul palcoc-. Me lo dico quando ho bisogno di autoconvincermi che va tuttocbene… Ma non mi sono sempre sentita a mio agio. A volte non micsono sentita all’altezza: i tempi erano diversi da oggi, erocl’unica donna che girava, ma insomma qualcosa ho combinato. Ecquando mi si dice che sono ruspante, è vero: io vengo dal campo,cda quel campo che si è alluvionato. Io sono quelle persone checspalavano il fango e cantavano Romagna Mia. Insomma, a starcseduti sul divano non si combina niente. E io dopo 30 annicstudio ancora, per dire. Istinto serve ma non basta, va di paricpasso con la professionalità e con la disciplina. Di tanti checc’erano nel ’93 sono rimasta solo io”.
Laura conta 75 milioni di dischi venduti, 1 Grammy Award conquistato, 4 Latin Award, un Golden Globe, una nomination agli Oscar, Person of the Year 2023 (è l’artista italiana più premiata al mondo).
Nell’imponente scenografia che accompagna lo show c’è un omaggio al tempo, tema costante della sua carriera: sul palco c’è una enorme clessidra al cui interno scorronovimmagini di Laura. Lo show si compone di tre atti musicali e visivi, rosso (con sontuoso abito Valentino Couture abbinato), blu (abito Zuhair Murad) e verde (Atelier Versace), che rappresentano il passato, il presente e il futuro. “La cosa più difficile del mio lavoro è attualizzarmi senza perdere quella cosa che sono io, la mia storia. Rimanere credibili, senza adagiarsi sui premi i riconoscimenti, i successi”.
Nel corso dello show c’è spazio per i temi su cui si riflette: il matrimonio, il diritto alla maternità, e soprattutto sulla difesa delle donne vittima di violenza con il brano Io sì (seen), dedicato a Michelle e a Giulia, la giovane romana uccisa da un coetaneo a Primavalle e la ragazza incinta al settimo mese massacrata dal compagno nel Milanese. “È un omaggio che mi emoziona molto – spiega Laura con la voce rotta -. Ma sono tante le donne che hanno bisogno di trovare la spinta a non arrendersi e a denunciare, anche stasera. Ci sono troppe Michelle e troppe Giulia nel mondo, è una vergogna. Di certi argomenti non parlo, come la politica, ma per altri come i diritti umani sento il dovere di espormi. Chi crede in una causa, deve metterla anche in musica”.
Dopo le tre date di Venezia (si replica stasera e domani), per le quali ha deciso di devolvere il suo cachet ai comuni alluvionati di Solarolo, Castelbolognese e Faenza – a lei cari per motivi familiari -, e quelle di Siviglia (il 21 e 22 luglio in plaza de España), Pausini partirà a dicembre dai palasport italiani per il tour mondiale per spostarsi poi in Europa e in Nord e Sud America. “E poi ci sarebbe anche il disco sul quale lavoro dal 2019: è la prima volta che ci sto mettendo così tanto tempo. Ora la difficoltà è togliere”. Nel 2025 dunque sarà libera per condurre il festival di Sanremo? “Oddio no, che dite? L’Eurovision era più facile”.
Angela Tangorra