Per l’incidente del pullman caduto dal cavalcavia a Mestre la Procura di Venezia ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio stradale plurimo. “Non ci sono allo stato indagati – ha detto il Procuratore Bruno Cherchi – mentre il guardrail, la zona di caduta del bus e lo stesso mezzo sono sotto sequestro”. La Procura ha anche acquisito la ‘scatola nera’ del mezzo “che sarà esaminata – ha rilevato Cherchi – solo quando si saprà che non è un’operazione irripetibile altrimenti aspetteremo lo sviluppo dell’inchiesta, affinchè tutte le parti coinvolte possano avere le perizie”. Il bilancio definitivo è di 21 morti, tra loro un bambino di un anno e mezzo e una ragazzina di 11 anni, oltre all’autista, Alberto Rizzotto, trevigiano di 44 anni. I 15 feriti (6 in condizioni gravi, molti sotto choc) sono tutti stranieri: quattro sono cittadini ucraini, due sono spagnoli, due austriaci, un tedesco, un croato e un cittadino francese. Minorenni anche tra i feriti, una ragazzina di tredici anni ricoverata a Padova con gravi ustioni e due tedeschi a Treviso. All’ospedale di Mestre, uno dei nosocomi dove sono stati trasferiti i feriti, è stata allestita un servizio di accoglienza e una sala dedicata ai familiari.
“Stiamo lavorando sulla dinamica dell’incidente che ha visto il bus toccare e scivolare lungo il guardrail per un cinquantina di metri, e infine, con un’ulteriore spinta a destra, precipitare al suolo”. Lo ha detto il Procuratore di Venezia Bruno Cherchi facendo il punto sull’incidente. “Non ci sono segni d frenata, né contatti con altri mezzi” ha aggiunto. “Non si è verificato alcun incendio – ha spiegato – né dal punto di vista tecnico né c’è stata una fuga di gas delle batterie a litio che ha provocato fuoco e fumo”.
“Il primo a dare i soccorsi è stato l’autista di un altro bus che è stato affiancato, non toccato, dal mezzo precipitato”, ha chiarito Cherchi. “Nel dare l’allarme – ha sottolineato – ha anche lanciato un suo estintore verso il mezzo precipitato, che sprigionava fiamme”. Proprio le testimonianze escludono che il bus precipitato andasse veloce. “I testimoni – ha aggiunto il procuratore – hanno detto che andava piano, il tratto stradale prima è in salita e comunque, oggettivamente, non permette alte velocità. Comunque ci arriveranno i dati a certificare anche questo”, ha concluso.
“Stiamo sentendo i superstiti, tutti feriti, e solo 3 o 4 sono in grado di parlare”, ha aggiunto parlando con i giornalisti. “I carabinieri – ha rilevato – hanno il compito di sentire quelli ricoverati fuori comune, alla Polizia locale è stato affidato il compito di sentire qjuelli ricoverati a Venezia. Nessuno – ha sottolineato – si è accorto di quanto stava accadendo, ma sono troppo pochi quelli in grado di parlare per avere ulteriori elementi. A noi ora interessa l’aspetto sanitario, poi l’approfondimento”. “Sulle eventuali autopsie – ha aggiunto – valuteremo in seguito. Ma, a parte quella sull’autista, le altre non sembrano necessarie visti i traumi da schiacciamento. E’ nostra volontà restituire al più presto le salme ai parenti”.
A bordo del bus, secondo quanto spiegato da Massimo Fiorese, l’amministratore delegato della società di pullman La Linea che effettua il collegamento con Venezia per conto del campeggio “Hu” di Marghera, erano in 35 ma le prenotazioni erano 16. “Una situazione abbastanza comune, sottolinea, anche perché il pullman elettrico era comunque riservato espressamente ai clienti del campeggio”, ha aggiunto l’ad dell’azienda secondo cui siamo in presenza di un “incidente veramente inspiegabile perché è avvenuto in un’area urbana, ha coinvolto un pullman
elettrico nuovo e la velocità in quel momento era bassissima”. Fiorese un’idea però ce l’ha. “Attendiamo i risultati dell’autopsia per capire qualcosa” ma “dai video il guard rail sembra una ringhiera”.
Per il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, l’incidente non è legato a un problema al guard rail mentre il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, afferma che è “ancora presto per arrivare alle cause della dinamica, c’è un
fascicolo aperto dalla magistratura, ogni istituzione si sta impegnando a condurre le proprie indagini”.
Stefania Losito