È durato tre ore a Palazzo Chigi l’incontro con i sindacati sulla manovra. Il tema principale è quello delle pensioni. Per il
governo, con la premier Meloni, i due vicepremier e 5 ministri. Per i sindacati, anche i leader di Cgil, Cisl, Uil.
Salvaguardia dell’assegno per chi va in pensione raggiunti i requisiti di vecchiaia, taglio ma “graduale” per chi sceglie l’anticipo e il mantenimento dei diritti acquisiti al 31 dicembre 2023: sarebbero le ipotesi avanzate dal governo per rivedere la stretta sulle pensioni di medici, sanitari e altre categorie della Pubblica amministrazione previste in manovra. Dall’esecutivo è stato spiegato che si sta ancora “lavorando” per rivedere l’articolo 33 che taglia le aliquote di rendimento delle pensioni di alcune categorie, sottolineando che vanno rispettati i vincoli di bilancio.
“Conferma tutte le ragioni dello sciopero perché al di là dell’ascolto, al momento il governo non ha cambiato nulla della manovra”. E sull’articolo 33, che riguarda le pensioni dei medici “si è limitato a dire che stanno ragionando. Continua a essere una manovra sbagliata”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, al termine
dell’incontro.
Per il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, “il governo ha confermato l’impostazione della manovra. L’articolo 33”, quello su aliquote e rendimenti pensionistici, “viene confermato: solo su questo stanno valutando eventuali modifiche”. “Si conferma ancora una volta l’insensibilità alle tante richieste che vengono dalle piazze – ha aggiunto -. Alla domanda se è vero o falso che fanno cassa sulle pensioni, non hanno risposto, come ci aspettavamo”.
Sul capitolo pensioni, il segretario generale Ugl, Paolo Capone, saluta con favore il taglio del cuneo, tuttavia, spiega, “abbiamo ribadito l’obiettivo del superamento della riforma Monti-Fornero. Non condividiamo le modifiche apportate agli strumenti di flessibilità in uscita. A riguardo – sottolinea – resta ferma la nostra proposta di riforma fondata su Quota 41”, ovvero la possibilità di uscire con 41 anni di contributi. L’Ugl “auspica un nuovo patto sociale tra capitale e lavoro attraverso la partecipazione dei lavoratori e anche attraverso un accordo per un risorgimento industriale”, conclude Capone.
Di segno opposto le dichiarazioni del segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra: “E’ stato un incontro molto importante sia nel metodo che nel merito” e “un segno di rispetto dopo le mobilitazioni”. “Noi abbiamo chiesto di ritirare l’articolo 33, il governo ci ha assicurato che interverranno dei cambiamenti e miglioramenti della norma: aliquote e rendimenti dei futuri trattamenti pensionistici di medici, infermieri, personale di enti locali, maestre d’asilo dovrebbero restare quelli attuali per la pensione di vecchiaia. E sta ragionando in queste ore per introdurre miglioramenti anche per la pensione anticipata”.
A tal proposito anche la premier Meloni è intervenuta, a fine incontro: “Stiamo lavorando per modificare la misura nel migliore dei modi, garantendo che non ci sia nessuna penalizzazione per chi si ritira con la pensione di vecchiaia e garantendo che non ci sia nessuna penalizzazione per chi raggiunge al 31.12.2023 i requisiti attualmente previsti. Questo per tutti, non solo per il comparto sanità. Per il comparto sanità si sta valutando un ulteriore meccanismo di tutela in modo da ridurre la penalizzazione all’approssimarsi all’età della pensione di vecchiaia. Faremo del nostro meglio per risolvere e correggere”, modificando la misura “nel migliore dei modi”.
Una richiesta al governo a modificare invece il decreto energia approvato ieri dal Consiglio dei ministri, prorogando le misure per il mercato tutelato dell’energia, era stata lanciata dal Pd. In particolare è stato chiesto di prorogare la misure sul mercato tutelato, senza il quale si esporrebbero 5 milioni di piccoli utenti ad aumenti del prezzo del gas e dell’energia. ‘Non è tardi per fermare la Meloni sulle bollette’, ha detto la segretaria Schlein.
Stefania Losito