Per motivi religiosi, in molti scelgono di astenersi dal consumare la carne
Nel menù di venerdì santo sulla tavola degli italiani vince il pesce. La tradizione vuole che si mangi “di magro” per motivi religiosi. Ci si astiene dal consumo della carne.
Tra quanti portano in tavola il pesce, quasi 2 su 3 sceglieranno prodotto rigorosamente Made in Italy anche per sostenere le 12mila imprese della pesca e dell’acquacoltura nazionale – precisa Coldiretti – alle prese quest’anno con un drammatico aumento dei costi del gasolio ma anche con le scelte dell’Unione Europea che colpiscono alcuni dei segmenti trainanti el comparto, senza dimenticare l’invasione del granchio blu.
Ad essere preferito è soprattutto il pesce azzurro, dalle alici alle sardine fino agli sgombri venduti a prezzi più contenuti secondo i criteri di sobrietà richiesti dalla ricorrenza. Tra i piatti di pesce ogni parte d’Italia – continua la Coldiretti – esprime una tradizione locale legata a ricette tipiche semplici nel rispetto della giornata di riflessione come: la pasta con le sarde in Sicilia, le tradizionali zuppe di pesce, fino alle ricette tipiche regionali come le alici scottadito con o senza pan grattato, o le sarde in saor con cipolla (tipica ricetta veneta), le seppie con i piselli, fagioli e cozze (ricetta
pugliese), vongole e ceci (ricetta marchigiana), la ministra di pesce con gallinelle e ghiozzi, le uova sode col tonno o gli spaghetti al ragù di mare. Per non cadere nelle “trappole del mercato in una situazione in cui la grande maggioranza dei pesci in vendita provengono dall’estero”, il consiglio della Coldiretti è di guardare l’etichetta sul bancone dove deve essere specificato il metodo di produzione, il tipo di attrezzo oggetto della cattura e la zona di cattura o di produzione.
Angela Tangorra