La pellicola, diretta da Enrico Acciani, ha una produzione tutta under 35
Hanno tutti meno di 35 anni i professionisti che hanno presentato all’81° Festival di Venezia il cortometraggio girato in Puglia “Sette Settimane”, diretto e sceneggiato da Enrico Acciani. La protagonista, Nina Nicastri, 31enne di Gioia del Colle, in provincia di Bari, interpreta Luna, una dipendente di un supermercato che scopre di essere incinta e deve decidere se portare avanti o meno la gravidanza. Un tema attualissimo, che ha trascinato Nicastri in un vortice di emozioni contrastanti. E’ stato presentato alla stampa ottenendo un grande successo per i temi affrontati e per la giovane età del cast e non solo. L’attrice protagonista, con una carriera di ballerina alle spalle, ha calcato il red carpet con i colleghi e incontrato i suoi miti di sempre, come Angelina Jolie e Sergio Rubini, con cui sogna di girare un film. “Avevamo pensato di invitarlo alla presentazione del teaser ma poi abbiamo scoperto che coincideva con la presentazione della sua serie evento (“Leopardi Il poeta dell’infinito“, di cui è regista, ndr) – ha detto l’attrice pugliese – ma glielo invieremo, vogliamo che lo veda”.
Nel cortometraggio recitano anche Cecilia Napoli, Mariapia Autorino, Giglia Marra, Giorgia Remediani, con la partecipazione di Giorgio Consoli.
Il film, prodotto da Rocco Anelli per Intermezzo srl, Roberto Gambacorta per RioFilm srl in associazione con Liminal Space, offre uno sguardo crudo e realistico su una delle questioni più dibattute del nostro tempo: la libertà di scelta di una donna di fronte alla decisione di interrompere una gravidanza.
Con sensibilità e delicatezza, senza cedere a facili moralismi ma focalizzandosi esclusivamente sull’esperienza personale e intima della protagonista, Sette Settimane segue la storia di Luna, alle prese con una delle scelte più difficili della sua vita. Attraverso un viaggio interiore che si sviluppa nell’arco di due settimane, il film esplora i pesanti condizionamenti sociali, il senso di colpa e la ricerca disperata di una via che le permetta di preservare la sua autonomia e la sua libertà.
Girato in Puglia, dove è stata ricreata una periferia del Lazio, il film segna il ritorno alla regia di Acciani, già autore di cortometraggi selezionati al Festival di Cannes (Blasè, La figlia di Mazinga) e del lungometraggio Respirare stanca (2020). “Questo cortometraggio nasce da un racconto che mi ha fatto un’amica” – spiega il regista. “Ciò che mi ha mosso è stata la solitudine che questa ragazza ha sentito durante quelle settimane: l’asetticità degli ambienti ospedalieri, la crudezza dei rapporti interrotti, la tenerezza di una madre che ricorda cosa significhi essere una persona libera. Tutti questi elementi sono stati fondamentali per me nella creazione di questo film: una storia intensa, legata a una scelta sofferta, presa con la consapevolezza della propria libertà di donna”.
Stefania Losito