L’uomo più ricco e potente del mondo, il neo capo del dipartimento Usa per l’efficienza governativa (Doge), Elon Musk, irrompe nella polemica tra magistrati e governo sulla questione migranti in Italia. Secondo il patron di Tesla, Space X e X, “these judges need to go”, questi giudici devono andarsene. Si riferisce a quelli del Tribunale di Roma che hanno sospeso la convalida del trattenimento per sette migranti portati in Albania. Il braccio destro del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, alza le tensioni, soprattutto perché accompagnato dal ministro Matteo Salvini, che condivide pubblicamente le affermazioni del miliardario, e con cui duetta sulle considerazioni sulla Sea Watch, definendola “un’organizzazione criminale”. Esterrefatta la vicepresidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), Alessandra Maddalena, secondo cui “qui non è più in gioco l’indipendenza della magistratura, ma si tratta della
sovranità dello Stato italiano. Innanzitutto bisognerebbe pensare a questo tipo di difesa e poi a quella della giurisdizione”. Maddalena sostiene che “anche il ministro Nordio abbia pensato” che ci sarebbero stati “problemi” perché misure come il decreto Paesi sicuri sono “in contrasto con la normativa internazionale”. “È stata evidentemente una scelta per scaricare sulla magistratura un insuccesso”, dice convintamente la vicepresidente, con una “delegittimazione costante che serve ora ad accelerare la riforma per la separazione delle carriere”.
Pd, Avs e +Europa chiedono alla presidente Meloni di intervenire e “difendere l’Italia”. “Non è un’interferenza”, la sentenza di Salvini, che richiama il suo processo Open Arms: “Il 20 dicembre potrei ricevere una condanna a 6 anni di galera per aver bloccato, da ministro dell’Interno, gli sbarchi di clandestini. Visto dall’estero tutto questo sembra ancora più incredibile”, insiste il vicepremier. PIl referente di Musk in Italia, Andrea Stroppa, cita l’articolo 21 della Costituzione per dire che anche lui “può esprimersi liberamente, fatevene una ragione”. Non è un privato cittadino, spiega invece Pierluigi Bersani in una trasmissione tv, è l’uomo più ricco del mondo e adesso anche capo del Doge. Anche dalla maggioranza storcono il naso, però, sulle ingerenze. Come il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi: “Sono parole inopportune”. “I giudici che si oppongono alla nostra politica sui rimpatri sbagliano – nota Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia – tuttavia siamo attrezzati per difenderci da soli. Ringraziamo Elon Musk ma non siamo come la sinistra, che sbava per amplificare a livello internazionale le criticità italiane ridicolizzando la nazione”. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti chiude, o ci prova, con una battuta: “Beato lui che è miliardario, potrebbe darmi una mano”.
TRUMP NOMINA MUSK AL DOGE – “Insieme, questi due meravigliosi americani (il riferimento è a Musk e a Vivek Ramaswamy, con cui il miliardario collaborerà alla guida del Dipartimento per l’efficienza Governativa, ndr) spianeranno la strada alla mia amministrazione per smantellare la burocrazia governativa, tagliare le normative eccessive, tagliare le spese inutili e ristrutturare le agenzie federali, essenziali per il movimento ‘Save America’”, spiega il presidente Usa eletto Donald Trump sulla piattaforma Truth. “Diventerà, potenzialmente, ‘il progetto Manhattan’ dei nostri tempi” (il progetto segreto Usa per sviluppare la prima bomba atomica, ndr). “Non vedo l’ora – continua – che Elon e Vivek apportino cambiamenti alla burocrazia federale con un occhio all’efficienza e, allo stesso tempo, rendendo la vita migliore per tutti gli americani. È importante che eliminiamo gli enormi sprechi e le frodi che esistono nei nostri 6500 miliardi di dollari di spesa pubblica annuale. Lavoreranno insieme per liberare la nostra economia e rendere il governo degli Stati Uniti responsabile nei confronti del ‘popolo’. Il loro lavoro si concluderà entro e non oltre il 4 luglio 2026: un governo più piccolo, con più efficienza e meno burocrazia, sarà il regalo perfetto per l’America nel 250mo anniversario della Dichiarazione di indipendenza. Sono sicuro che ci riusciranno!”.
Stefania Losito