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Sono 146 i capi d’imputazione contenuti nell’ordinanza esecutiva di misure cautelari nei confronti di 37 persone tra Bari e Turi per traffico di droga e mafia. Sono coinvolti presunti affiliati ai clan baresi Parisi e Strisciuglio, che si contendevano la piazza di spaccio di Turi.
I provvedimenti scaturiscono dall’indagine “Messa a Fuoco”, condotta dall’ottobre 2021 al maggio 2023 dal NOR – Sezione Operativa del Comando Compagnia Carabinieri di Gioia del Colle, tramite intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali (eseguite anche presso la sala colloqui della Casa Circondariale di Bari), installazione di sistemi di videosorveglianza e di monitoraggio della posizione con GPS, servizi di OCP, perquisizioni e sequestri, avviata a seguito di un incendio doloso di veicoli avvenuto aTuri.
Le indagini hanno permesso di accertare la natura dolosa dell’incendio, scoprendo che era una ritorsione contro un gruppo criminale per aver violato il divieto di spacciare droga a Turi. Le intercettazioni telefoniche e ambientali hanno rivelato la precisa ripartizione dei ruoli all’interno delle associazioni: promotori, dirigenti, contabili, organizzatori e venditori al dettaglio di cocaina. Gli indagati utilizzavano nascondigli ingegnosi per occultare la droga, come le intercapedini dei box seminterrati e i muretti a secco, per ridurre il rischio di perquisizioni da parte delle forze dell’ordine e un linguaggio convenzionale per scongiurare il pericolo di intercettazioni. Le indagini hanno documentato molteplici attività di narcotraffico, anche verso minori, ed episodi di estorsione aggravata dal metodo mafioso, legati alla riscossione di debiti di droga e alla lotta per l’egemonia territoriale.
Dopo l’arresto di alcuni promotori di una delle due associazioni, altri membri, tra cui una donna, hanno assunto il controllo delle operazioni illecite, continuando a recuperare i proventi dello spaccio e garantendo la continuità dell’attività criminale.
Gli investigatori hanno scoperto che un gruppo era sotto la direzione di un detenuto che dal carcere dava ordini per gestire il traffico di droga.
Gli spacciatori seguivano turni, anche durante le festività, e usavano schede telefoniche intestate a prestanomi, social network e applicazioni di messaggistica per evitare le intercettazioni. Documentate videochiamate tra i membri delle associazioni, inclusi i capi detenuti.
Durante le indagini sono stati effettuati 11 arresti in flagranza di reato, 13 denunce in stato di libertà, il sequestro di oltre 1 kg di droga, una pistola e denaro contante.
Il quadro indiziario raccolto dai Carabinieri a carico degli indagati è stato condiviso dalla Direzione Distrettuale Antimafia che ha avanzato la richiesta di emissione di misura cautelare contestando 146 capi di imputazione. Il Gip del Tribunale di Bari, accogliendo la richiesta, ha disposto la cattura dei soggetti.
Dei 37 indagati, 15 indagati sono stati colpiti dalla misura della custodia cautelare in carcere, 16 da quella degli arresti domiciliari mentre gli altri 6 sono stati destinatari dell’obbligo di dimora nel comune di residenza con la prescrizione di non allontanarsi dalla propria abitazione nella fascia oraria compresa tra le 22.00 e le 7.00 di ogni giorno. L’operazione odierna testimonia la costante attenzione dell’Autorità Giudiziaria e dell’Arma dei Carabinieri nel contrasto al traffico di sostanze stupefacenti che rappresenta, a pieno titolo, una delle principali fonti di ricchezza per i Clan.