
Arrivano nuove linee guida per l’accertamento dello stato di alterazione al volante. Una circolare dei ministeri dell’Interno e della Salute, inviata a prefetti e questori, chiarisce che, affinché una persona sia punibile per guida sotto l’effetto di droghe occorre “una correlazione temporale tra l’assunzione e la guida, che si concretizza in una perdurante influenza della sostanza stupefacente o psicotropa in grado di esercitare effetti negativi sull’abilità alla guida”. Il chiarimento in seguito all’entrata in vigore del nuovo Codice della strada che aveva introdotto una stretta in materia.
Il Ministero dei Trasporti tiene a precisare che nessuna nuova circolare “contraddice le novità” del Codice.
Recentemente la parte del nuovo Codice che punisce l’uso di droghe anche quando non creano alterazione psicofisica è finita sotto la lente della Corte costituzionale. La circolare rileva che la nuova norma, “diversamente dalla precedente formulazione, punisce la guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope”, l’elemento caratterizzante, richiamato nella locuzione “dopo aver assunto”, aggiunge, “è costituito dallo stretto collegamento tra l’assunzione della sostanza e la guida del veicolo”. Occorre così provare, si legge nel documento, “che la sostanza stupefacente o psicotropa sia stata assunta in un periodo di tempo prossimo alla guida del veicolo, tale da far presumere che la sostanza produca ancora i suoi effetti nell’organismo durante la guida”, tempo che però non è scientificamente dimostrabile.
Dal canto suo il Mit afferma che “sono confermati” i test per certificare la presenza di droga alla guida. Infatti la direttiva, che disciplina le modalità dei controlli sull’uso di stupefacenti, è stata adottata l’11 aprile “in piena coerenza”
con le nuove regole che puntano a punire chi si mette alla guida dopo aver assunto droghe e superando il concetto (soggettivo e non dimostrabile) di “stato di alterazione”, sottolinea il ministero, ricordando che lo stesso ministro Matteo Salvini “ha ribadito che l’assunzione di droga è ben diversa dall’uso di farmaci, anche cannabinoidi, con l’obiettivo di non penalizzare chi è sottoposto a cure mediche”.
Il Tribunale di Pordenone all’inizio di aprile ha chiesto alla Consulta di valutare la legittimità del nuovo Codice della
strada dopo aver affrontato il caso di una donna che lo scorso dicembre aveva causato un incidente stradale. Dall’esame delle urine era risultata positiva agli oppiacei, pur affermando di non aver assunto droghe. La conducente aveva riferito ai sanitari di aver assunto nelle 24/72 ore antecedenti l’esame alcune gocce di un ansiolitico e un altro farmaco contenente codeina. Il tribunale ha sollevato la questione di legittimità Costituzionale. E tra le riserve sollevate, anche il presupposto che il nuovo Codice punisce chiunque abbia assunto sostanze stupefacenti a prescindere da una valutazione sugli effetti della capacità di guida.
Si chiarisce, però, che le circolari sono mere “indicazioni” interne alle amministrazioni che non risultano vincolanti, e in ogni caso, non hanno lo stesso rango delle leggi dello Stato.
Stefania Losito