
In Italia quasi un terzo di tutto il continente tra Milano, Roma e Sassari
Nei 10 giorni interessati dall’ondata di calore che ha colpito l’Europa tra fine giugno e inizio luglio il cambiamento climatico è stato responsabile di circa 1.500 decessi in più rispetto a quelli stimati sui 2.300 totali, cioè il 65%.
Tra le città più colpite ci sono Milano (317 morti), che è anche quella che ne registra di più in tutto il continente, e Roma (164 decessi). Sul podio finiscono anche Barcellona (286) e Parigi (235). Per l’Italia è presente anche una terza città, Sassari, che fa salire il totale nazionale a quasi 500 decessi in più di quelli stimati negli ultimi 10 giorni. Un terzo di tutti quelli europei.
Lo si evince da uno studio rapido realizzato dall’Imperial College London e dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine e riportato da Greenpeace.
Lo studio stima che circa 2.300 persone siano morte a causa delle temperature estreme nelle città. Tuttavia, se il clima non fosse stato riscaldato dalla combustione di combustibili fossili, ci sarebbero stati circa 1.500 decessi in meno, il che significa che il cambiamento climatico è all’origine del 65% dei decessi in eccesso.
I risultati, si legge, mostrano come aumenti relativamente piccoli delle temperature più calde possano innescare enormi picchi di mortalità quando il caldo travolge persone con condizioni di salute di base, come malattie cardiache, diabete e problemi respiratori, come identificato in studi precedenti.
I risultati evidenziano anche come il caldo sia una minaccia sottovalutata: la maggior parte dei decessi legati al caldo avviene nelle case e negli ospedali, fuori dalla vista del pubblico, e viene raramente segnalata, dicono i ricercatori. Le persone più colpite sono quelle dai 65 anni in su e rappresentano l’88% dei decessi in eccesso legati ai cambiamenti climatici.
Gianvito Magistà