
E’ allarme botulino: tre i morti tra Calabria e Sardegna, con tre persone iscritte nel registro degli indagati e ancora 12 ricoverati in ospedale per intossicazione alimentare, di cui due in gravi condizioni.
Uno dei due focolai di intossicazioni alimentari che ha avuto come epicentro Diamante, località turistica sulla costa tirrenica cosentina: ha provocato due vittime e oltre 12 persone ricoverate in prognosi riservata nell’ospedale di Cosenza, due delle quali in gravi condizioni. La terza vittima è invece una 38enne in Sardegna, secondo focolaio, rimasta intossicata a fine luglio: era stata tra i primi ad accusare i sintomi dopo avere mangiato della salsa guacamole durante la Fiesta Latina a Monserrato, in provincia di Cagliari, che si è tenuta dal 22 al 25 luglio. E il Codacons ha già annunciato un’azione legale in favore di tutti i cittadini coinvolti.
Il dipartimento della Prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute ha così attivato i
protocolli sanitari per le due Regioni, in modo da “garantire ai pazienti l’accesso tempestivo ai trattamenti antidotici
salvavita”. Un intervento tempestivo, spiega Maria Rosaria Campitiello, capo dipartimento della prevenzione, reso possibile grazie “alla rete capillare della Scorta strategica nazionale antidoti e farmaci (Snaf) e alla collaborazione sinergica di tutti gli enti coinvolti”.
E proprio sulla tempestiva degli interventi si sta concentrando parte dell’azione della Procura di Paola: tre persone sono state iscritte nel registro degli indagati con le ipotesi di reato, a vario titolo, di omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive per i casi avvenuti in Calabria. Si tratta del commerciante ambulate che avrebbe venduto il prodotto contaminato dal suo truck e i legali rappresentanti di due ditte che avrebbero fornito gli alimenti utilizzati per la preparazione dei prodotti venduti. Dai primi accertamenti è emerso che tutti i soggetti coinvolti hanno consumato un panino, con salsiccia e rape, dal venditore ambulante di Diamante. Il suo mezzo è stato sequestrato. I rilievi, sottolinea la Procura, indicano anche “che il mezzo stazionava per l’intera giornata sotto il sole, condizione che potrebbe aver favorito la proliferazione delle tossine botuliniche in prodotti deperibili, soprattutto se non adeguatamente conservati”. Naturalmente le ipotesi accusatorie sono solo all’inizio e dovranno tenere conto delle verifiche tecniche e scientifiche portate avanti dai carabinieri del Nas e dell’Asp di Cosenza con esami microbiologici.
Ma il focus della procura riguarda anche la clinica privata di Belvedere Marittimo. Le vittime, infatti, si erano recate entrambe nella struttura ma, pare, senza ricevere cure e l’invito a recarsi in una struttura più attrezzata. Tanto che gli stessi inquirenti evidenziano che “in alcuni casi il decorso clinico è stato aggravato dalla mancata tempestiva diagnosi, in quanto i sintomi non sono stati immediatamente riconosciuti come compatibili con intossicazione da botulino, ritardando pertanto l’avvio del trattamento specifico”. Una delle vittime, Luigi Di Sarno, un turista 52enne di Cercola (Napoli), dopo avere ingerito il panino, ha avvertito i primi malori ed ha deciso di andare nella clinica. Poi però ha pensato di tornare in Campania. Lungo il viaggio le sue condizioni sono peggiorate ed i familiari hanno allertato
il 118. E’ intervenuta anche l’eliambulanza ma Di Sarno è morto prima di arrivare all’ospedale di Lagonegro (Potenza). Anche la donna, una 45enne di Praia a Mare, ha accusato dei malori dopo avere consumato il pasto ed anche lei si è recata in clinica.
La terza vittima è invece la 38enne di Cagliari che era stata ricoverata in gravi condizioni il 21 luglio scorso assieme ad
altre sette persone. La donna era stata posta in rianimazione e le sue condizioni erano rimaste stazionarie: nelle ultime ore, però, un peggioramento e il trasferimento dal Brotzu all’ospedale Businco, dove è deceduta.
Intanto sono stazionarie le condizioni delle dodici persone ricoverate nell’ospedale di Cosenza. Dei 12 pazienti, nove sono ricoverati in rianimazione e tre in reparti perché meno gravi. Ieri in tarda serata, secondo quanto si è appreso, ad uno dei pazienti ricoverati è stato iniettato il siero anti botulino. Con quest’ultima salgono a sei le fiale utilizzate dai medici dell’ospedale di Cosenza.
Stefania Losito