
C’è poco da stappare una bottiglia per festeggiare per i produttori di vino italiani. Il settore “sta attraversando una delle crisi più profonde di sempre” ed i dazi statunitensi “frenano e danneggiano l’export”. Lo dice l’Eurispes nello studio dal titolo ‘Il futuro del vino italiano. Alcune proposte del Laboratorio Eurispes sulle politiche fiscali per affrontare la crisi del settore’.
In Italia il settore del vino, rileva Eurispes, conta 30mila imprese di trasformazione, un fatturato di 16 miliardi di euro (indotto escluso), pari a circa un punto di Pil (di cui, nel 2024, 8,1 miliardi di euro di export), con 74.000 persone che ci lavorano.
L’Italia, oltre a essere il primo paese produttore di vino al mondo, con 47 milioni di ettolitri in media, è anche il principale esportatore mondiale in volume, con oltre 22 milioni di ettolitri in media.
Il settore del vino italiano è caratterizzato però da una notevole variabilità della produzione, che presenta da tempo oscillazioni annuali tra 42 e 55 milioni di ettolitri. Per il 2025 la produzione è però stimata dall’Unione Italiana Vini in 47,4 milioni di ettolitri con un +8 rispetto al 2024. L’export del vino italiano ha continuato ad essere vivo anche nel 2025, anche se, per la prima volta, sottolinea lo studio, “è preceduto dal segno negativo”. L’attuale problema è rappresentato dai dazi, che “frenano e danneggiano l’export”. Il mercato statunitense vale per l’Italia circa 2 miliardi di euro di export, pari al 24% del valore totale dell’export, contro il 20% della Francia e l’11% della Spagna. Fino al gennaio 2025 il dazio medio applicato sul vino italiano era del 2,9%. L’aumento dei dazi al 15%, afferma Eurispes, “comporterà un impatto sul settore del vino italiano stimato in 317 milioni. Il danno salirebbe a 460 milioni di euro qualora il dollaro dovesse mantenere l’attuale livello di svalutazione. Tra dazio e svalutazione della moneta statunitense, se prima il prezzo finale di vendita rispetto al valore all’origine aumentava del 123%, da oggi si stima che lieviterà al 186%”. Ad aprile 2025, primo mese soggetto ai dazi, l’export di vino italiano verso gli Usa “ha già registrato una battuta d’arresto, con un calo del 7,5% a volume e del 9,2% a valore”.