
Il piano per Gaza proposto dal presidente Usa Donald Trump ha ricevuto il “sì condizionato” di Hamas. Gli islamici hanno annunciato di essere pronti a rilasciare ‘tutti gli ostaggi israeliani’ ancora nelle loro mani, così come previsto dal piano Usa, ma chiedono “ulteriori discussioni e negoziati”. In particolare, pur accettando la proposta di un governo transitorio tecnocratico, chiedono che sia palestinese e che non includa la presenza – prevista da Trump nel piano per la pace – dell’ex primo ministro britannico Tony Blair, già nel 2007 inviato in Medio Oriente per la pace, e vicino a sauditi e israeliani. Il premier israeliano Netanyahu si sta preparando ad attuare la prima fase. “Continueremo a lavorare in piena collaborazione con il presidente e il suo staff per terminare la guerra in conformità con i principi stabiliti da Israele che sono coerenti con la visione del presidente Trump”, afferma l’ufficio di Tel Aviv. Intanto nella notte c’è stata una “riunione speciale” dei vertici militari dell’Idf: l’esercito ha avuto l’ordine politico di ridurre “al minimo” l’offensiva su Gaza, limitandosi a “manovre difensive”.
Ma il portavoce della protezione civile di Gaza, Mahmud Bassal, riferisce stamani di sei morti – di cui due bambini – più di otto feriti, venti case distrutte, nella notte appena trascorsa.
L’Ospedale Battista di Gaza City ha dichiarato in un comunicato di aver ricevuto vittime da un attacco contro un’abitazione nel quartiere di Tuffah, tra cui quattro morti e diversi feriti. L’ospedale Nasser di Gaza, a Khan Yunis, ha dichiarato che due bambini sono stati uccisi e otto persone sono rimaste ferite in un attacco con drone contro una tenda in un campo per sfollati di Gaza.
Intanto Trump esulta per l’ok di Hamas al suo piano e posta un videomessaggio su Truth per celebrare quello che definisce “un grande giorno, un giorno speciale, forse senza precedenti in molti modi”. “Una mossa coraggiosa di leadership”, è il commento entusiasta dei familiari degli ostaggi israeliani. “Seguo con grande attenzione gli sviluppi a Gaza e rinnovo il mio pieno sostegno agli sforzi del presidente Trump per portare la pace in Medio Oriente”, ha scritto la premier italiana Giorgia Meloni su X. “La priorità per tutti – ha sottolineato – deve essere ora giungere a un cessate il fuoco che conduca all’immediato rilascio di tutti gli ostaggi. L’Italia rimane pronta a fare la sua parte”. “Il rilascio di tutti gli ostaggi e il cessate il fuoco a Gaza sono a portata di mano!”, le parole del presidente francese Emmanuel Macron su X. Il premier britannico Keir Starmer parla invece di “significativo passo avanti”. Dalla Turchia Erdogan invita Israele a cessare “immediatamente” tutti gli attacchi.
Anche la presidente della Commissione europea Von der Leyen ha commentato: “La dichiarata disponibilità di Hamas a rilasciare gli ostaggi e a impegnarsi sulla base della recente proposta del Presidente degli Stati Uniti è incoraggiante.
Questo momento deve essere colto al volo”. “Un cessate il fuoco immediato a Gaza e il rilascio di tutti gli ostaggi sono a portata di mano – ha aggiunto sul social X – L’Europa sosterrà tutti gli sforzi volti a porre fine alle sofferenze dei civili e a promuovere l’unica soluzione praticabile per la pace, la soluzione dei due Stati”.
Dalla Grecia, invece, arriva una protesta “scritta”. “Su ordine del ministro degli Esteri Giorgos Gerapetritis, oltre alle proteste verbali già presentate, è stata inviata poco fa una forte protesta scritta all’ambasciatore di Israele in Grecia in merito al comportamento inaccettabile e inappropriato di un ministro israeliano nei confronti di cittadini greci che hanno partecipato alla Global Sumud Flotilla, tra cui c’è un membro del Parlamento greco”, si legge sulla pagina social del ministero stesso. Durante la sua visita al porto di Ashdod, il ministro israeliano Itamar Ben-Gvir è stato ripreso in un video mentre, stando in piedi davanti a loro, definiva gli attivisti “terroristi”. Il video, circolato su X, ha suscitato indignazione in Grecia. Tra i partecipanti della delegazione greca alla Flotilla c’è anche la deputata del parlamento ellenico Peti Perka, del partito di Nea aristerà (‘Nuova sinistra’).
“Con questa nota si invita la parte israeliana a procedere rapidamente alle procedure previste e a rispettare i diritti dei cittadini. La dignità umana è inviolabile e fondamentale e costituisce un obbligo primario di ogni Stato”, si legge ancora.
Una delegazione guidata dall’Ambasciatore di Grecia in Israele ha visitato il centro di detenzione dove si trovano i 27 cittadini greci partecipanti alla Global Sumud Flotilla, per fornire loro l’assistenza necessaria, si apprende nella nota. “I cittadini greci godono di buona salute, il ministero degli Esteri e l’Ambasciata di Grecia a Tel Aviv stanno provvedendo affinché le procedure per il loro rimpatrio più rapido e sicuro possibile siano completate al più presto”.
I PUNTI PRINCIPALI DEL PIANO PER GAZA – ll testo in 20 punti è stato annunciato il 29 settembre dal presidente degli Stati Uniti alla Casa Bianca e approvato dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Ecco i punti principali:
FINE DELLA GUERRA E RILASCIO DEGLI OSTAGGI
Se entrambe le parti accettano questo piano, la guerra “finira’ immediatamente”, afferma il testo, che in questo caso prevede la sospensione delle operazioni militari da parte di Israele nella Striscia di Gaza. Poi, “entro 72 ore dall’accettazione pubblica di questo accordo da parte di Israele, tutti gli ostaggi, vivi o morti, saranno restituiti”.
TRUMP, “PRESIDENTE”
La Striscia di Gaza sarà governata temporaneamente da un governo palestinese tecnocratico e apolitico comitato responsabile della gestione quotidiana dei servizi pubblici e dei comuni per la popolazione di Gaza, secondo il piano. Lo fara’ sotto la supervisione e il controllo di un nuovo organismo internazionale di transizione, il Comitato per la Pace, che sara’ guidato e presieduto da Donald Trump. Ne fara’ parte anche l’ex Primo Ministro britannico Tony Blair.
INVESTIRE A GAZA
Il piano di Trump, che ha lanciato l’idea di trasformare Gaza nella “Riviera del Medio Oriente”, mira a “ricostruire e rivitalizzare Gaza”. Verra’ istituito un gruppo di esperti che hanno contribuito alla creazione di “alcune delle città moderne piu’ prospere del Medio Oriente”. Il piano prevede anche una “zona economica speciale” con tariffe preferenziali e diritti di accesso. “Nessuno sara’ costretto a lasciare Gaza”, si legge nel testo, dopo che Trump ha lanciato l’idea di svuotare il territorio dei suoi abitanti qualche mese fa. “Incoraggeremo le persone a rimanere e offriremo loro l’opportunita’ di costruire una Gaza migliore”. Quasi tutti i due milioni di abitanti di Gaza sono stati sfollati a causa della guerra.
USCITA DI HAMAS
Il movimento islamista palestinese Hamas, che ha preso il controllo del territorio nel 2007, sarà escluso dal governo di Gaza. I suoi membri che deporranno le armi e accetteranno la “coesistenza pacifica” con Israele riceveranno un’”amnistia”. Secondo il piano, coloro che desiderano lasciare Gaza beneficeranno di un “diritto di passaggio protetto verso i paesi di destinazione”.
FORZA DI STABILIZZAZIONE
Il piano prevede anche l’immediato dispiegamento di una “forza di stabilizzazione internazionale” nella Striscia di Gaza, con il supporto degli stati arabi. Questa forza addestrera’ la polizia palestinese a Gaza e lavorera’ per garantire la sicurezza con i vicini Israele ed Egitto. L’Indonesia ha gia’ espresso la sua disponibilita’ a fornire truppe.
STATO PALESTINESE
Nel suo piano, il presidente degli Stati Uniti prevede un ruolo per l’Autorita’ Nazionale Palestinese, che potrebbe alla fine “riprendere il controllo di Gaza in modo sicuro e protetto”. Nè esclude la creazione di uno Stato palestinese, nonostante la ferma opposizione di Netanyahu in seguito al recente riconoscimento della Palestina come Stato da parte di Francia, Regno Unito e altri Paesi. “Potrebbero finalmente esserci le condizioni per aprire un percorso credibile verso l’autodeterminazione e la creazione di uno Stato palestinese, che riconosciamo come l’aspirazione del popolo palestinese”, afferma la dichiarazione.
(credits: nella foto in copertina un frame del video del ministro israeliano Ben-Gvir)
Stefania Losito