
Festività nazionale e solennità civile, da gestire in un solo giorno, sono troppo difficili. Il presidente della Repubblica Mattarella promulga la legge sulla festività nazionale in onore di San Francesco d’Assisi ma invia una lettera ai presidenti delle Camere per segnalare “alcuni aspetti critici”.
La giornata del 4 ottobre, osserva il Colle, è qualificata sia festività nazionale, in onore di San Francesco d’Assisi, sia solennità civile, in onore di Santa Caterina da Siena. Omaggi di pari dignità, ma con ben diverse modalità di celebrazione, che creano problemi anche organizzativi. “Appare evidente come la normativa che disciplina le due ricorrenze richieda interventi correttivi”, scrive Mattarella, sottolineando “l’esigenza che testi legislativi presentino contenuti chiari e inequivoci”.
“Sono considerazioni giuridiche” si limita a far sapere la comunità del Sacro Convento di Assisi che ha festeggiato il 4 ottobre scorso alla presenza della premier Meloni. I frati hanno ribadito di essere lieti che “San Francesco sia l’occasione per celebrare i valori della pace, della fraternità, del rispetto all’interno della società”. Era già festività nazionale ma era stata abolita nel 1977, durante gli anni di Piombo.
Tecnicamente quella per San Francesco è una festa nazionale. L’altra, in onore di Santa Caterina, è “solennità civile”.
Così, adesso, si producono nuovi effetti giuridici e organizzativi. Alcuni anche rilevanti come le scuole e gli uffici chiusi e l’orario festivo nei luoghi di lavoro. Ma la solennità civile riservata a Santa Caterina prevede ad esempio iniziative educative e istituzionali con scuole e amministrazioni coinvolte nella promozione di attività sui valori espressi dalla santa, ma ora che il 4 ottobre è diventato giorno festivo, le scuole saranno chiuse. Come fare? “Appare evidente – scrive Mattarella a questo proposito – come la normativa che disciplina le due ricorrenze richieda interventi correttivi volti a coordinare tra loro i due testi normativi. La medesima giornata, il 4 ottobre, non può essere qualificata, al contempo, sia festività nazionale sia solennità civile, anche perché, tra l’altro, da tali qualificazioni il nostro ordinamento fa discendere effetti diversi”.
Stefania Losito