
L’esplosione di un ordigno ha distrutto le auto del giornalista Sigfrido Ranucci e della figlia. Le due vetture erano parcheggiate davanti all’abitazione del giornalista a Pomezia. Sull’accaduto indaga l’Antimafia di Roma. L’ordigno, secondo quanto accertato dagli investigatori, conteneva circa un chilo di esplosivo e sarebbe stato posizionato tra la vettura e un cancello. I carabinieri hanno acquisito le immagini delle telecamere ad ampio raggio, che potrebbero aver immortalato chi ha piazzato l’esplosivo che, secondo le prime verifiche, non sarebbe stato azionato a distanza o con un timer, ma potrebbe essere stato lasciato con la miccia accesa.
“Quello di stanotte”, ha affermato Ranucci dopo aver denunciato l’accaduto ai carabinieri, “è stato un salto di qualità preoccupante perché proprio davanti casa, dove l’anno scorso erano stati trovati dei proiettili”. “C’è una lista infinita di minacce, di varia natura, che ho ricevuto e di cui ho sempre informato l’autorità giudiziaria e di cui i ragazzi della mia scorta hanno sempre fatto rapporto”, ha aggiunto Ranucci, che ha poi raccontato il momento dell’accaduto. “Ho sentito un boato tremendo, erano le 22.17”, ha sottolineato, “Sono riusciti a sentirlo anche i carabinieri attraverso l’audio di alcune persone, che erano in zona, che stavano registrando con il telefono in quel momento”.
Numerosi gli attestati da parte del mondo politico. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espressa “piena solidarietà a Ranucci e la più ferma condanna per il grave atto intimidatorio”. Solidarietà al giornalista è stata espressa anche dai vicepremier Salvini e Tajani, dal ministro della Difesa, Crosetto, e dalla dirigenza Rai. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha invece annunciato il rafforzamento massimo della protezione nei confronti di Ranucci.
Vincenzo Murgolo
(Foto: pagina Facebook di ‘Report’)