Il sindaco dimissionario avrebbe ricevuto “mazzette”
E’ accusato di aver intascato una tangente di 32mila euro dall’imprenditore edile Paolo Tonti per il rinnovo di una proroga di concessione urbanistica. Oltre che, come ha detto il procuratore Ludovico Vaccaro, di aver fatto una “richiesta di 500mila euro, poi scesa a 300mila euro, all’agente di una società, la Gi.One, che si occupa di riqualificazione e adeguamento impianti di pubblica illuminazione per il Comune di Foggia”. Per questo il sindaco dimissionario di Foggia, Franco Landella (Lega), è stato arrestato questa mattina. Secondo l’accusa, il sindaco avrebbe distribuito la tangente da 32mila euro, con la collaborazioni di sua moglie Iolanda Daniela Di Donna (ex dipendente comunale) ai consiglieri di maggioranza Capotosto e Iacovangelo (finiti oggi ai domiciliari), e ad altri quattro consiglieri comunali (per i quali non è stata richiesta alcuna misura cautelare), affinchè votassero a favore della delibera in consiglio comunale. Landella, sua moglie, i consiglieri Iacovangelo e Capotosto, e l’imprenditore Tonti sono indagati per corruzione. Anche Tonti è stato arrestato e posto ai domiciliari. Mentre Di Donna è stata sospesa dall’esercizio del pubblico ufficio. In questo filone è coinvolto anche Leonardo Iaccarino, ex presidente del Consiglio comunale di Foggia già arrestato il 30 aprile scorso con le accuse di corruzione, tentata induzione indebita e peculato.
“Le fonti di prova sono state tante – ha precisato il pm Vaccaro – dalle dichiarazioni della parte offesa all’intercettazione ambientali”. Ad accusare il sindaco Landella, Iaccarino, Capotosto e Iacovangelo le dichiarazioni rilasciate dallo stesso Iaccarino ma anche alcuni colloqui che lo stesso Iaccarino avrebbe avuto con altri esponenti politici locali, non sapendo di essere ascoltato, altre intercettazioni tra Iaccarino, Capotoso e Iacovangelo.