Lo stop imposto dal Comitato tecnico-scientifico alle discoteche ha scatenato le proteste dei gestori, che ora sono sul piede di guerra. Gli allentamenti alle misure restrittive per luoghi di cultura, svago e sport decise dal Comitato tecnico
scientifico non riguardano per ora i locali da ballo e affini, nonostante il ministero dello Sviluppo economico, e il ministro Giancarlo Giorgetti, abbia espressamente chiesto un parere a riguardo. A dirigere il coro dei dissidenti è il sindacato emiliano-romagnolo dei gestori. Gianni Indino, presidente del Silb-Fibe, commenta: “Se le cose andranno nella direzione delle indiscrezioni che trapelano, ritengo che la misura sia davvero colma”. E’ chiaro, sottolinea, che servono “decisioni forti per ribadire la nostra contrarietà a un comportamento al limite del persecutorio nei confronti dei nostri imprenditori e dei lavoratori che vivono di questa attività. Saranno forme di protesta rumorose, di cui penso si parlerà”. Se tutto riapre, dal cinema allo stadio, i gestori si chiedono perché soltanto le discoteche siano ancora chiuse.
Nelle prossime ore la cabina di regia del Governo potrebbe confrontarsi sulle indicazioni arrivate dal Cts, domani mattina si svolgerà invece il Consiglio dei ministri. “Domani – spiega Indino – avremo la sentenza e io sono molto preoccupato. Il rischio più che mai tangibile è quello che nemmeno stavolta, dopo ormai due anni di chiusura, le istituzioni risponderanno alle nostre istanze di riapertura.
Sono fortemente deluso. Nei nostri confronti non c’è mai attenzione e ci sentiamo oltremodo presi in giro”.
Per il presente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, in questa fase “bisognerebbe avere coraggio” di far aprire anche le discoteche, certamente “con Green pass e contingentamento, magari anche superiore rispetto ad altre
attivita’”. Allo stesso modo la pensa il leader della Lega Matteo Salvini.
Stefania Losito