Avrebbero minacciato, tra i tanti, anche il medico infettivologo Matteo Bassetti, ed esponenti di istituzioni regionali, come il governatore ligure Giovanni Toti, attraverso un canale social di Telegram. Per questo la Polizia ha eseguito 29 perquisizioni, su tutto il territorio nazionale, a carico di appartenenti a sodalizi No Vax – No Green Pass, nei cui confronti vengono ipotizzati reati che vanno, a seconda delle diverse singole posizioni, dalla
costituzione e partecipazione ad associazione segreta, all’istigazione, all’interruzione di pubblico servizio e all’associazione per delinquere finalizzata a compiere danneggiamenti. La Direzione distrettuale antimafia della procura di Genova ha disposto 24 perquisizioni; le altre 5 le sta eseguendo la Digos di Firenze coordinata dalla procura del capoluogo toscano a carico di altrettante persone attive in rete e ricollegabili al movimento “V_V”, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata a compiere danneggiamenti ed altri reati.
Per essere reclutati dall’organizzazione, secondo le indagini, occorreva che gli affiliati venissero sottoposti a un programma di addestramento. Gli organizzatori agganciavano prima su Facebook gli utenti no vax e poi li invitavano su canali Telegram dove venivano mandati video su come organizzare azioni di sabotaggio o danneggiamenti senza essere scoperti. Specifici programmi erano previsti per i no vax appartenenti alle categorie dei sanitari, degli insegnanti e alle forze dell’ordine. Una volta entrati nelle chat di reclutamento, gli aspiranti guerrieri dovevano ascoltare una serie di audio, registrati da una voce contraffatta. Le registrazioni parlavano dell’instaurazione di un nuovo ordine mondiale, governato da intelligenze artificiali e si ipotizzavano parallelismi tra il regime nazista e l’attuale situazione di emergenza. Finito il percorso di formazione, l’aspirante guerriero doveva superare un esame e veniva guidato da un tutor per la realizzazione delle prime operazioni.
Secondo quanto accertato dagli investigatori, i proseliti, chiamati ‘guerrieri’, dovevano compiere azioni di vandalismo contro i centri vaccinali, sabotare la campagna vaccinale e pubblicare, in maniera coordinata e ad orari prestabiliti, tramite account falsi, post denigratori che prendevano di mira in particolare politici, infettivologi e giornalisti.
Il movimento avrebbe scelto la doppia V racchiusa da un cerchio di colore rosso, con ogni probabilità ispirandosi al film V per vendetta. I proseliti prendevano il nome di Guerrieri ViVi e ricevevano un numero di matricola. “Muoversi sempre nei punti ciechi”, “l’importante è trovare una zona sicura senza telecamere”, “il problema delle telecamere non è tanto che ti riprendono in un determinato momento ma che ti possono seguire se passano da un punto all’altro”. Sono alcune delle indicazioni fornite dagli organizzatori. “Quindi l’unica cosa che è veramente importante è avere un
punto ‘isola’”, e compiere l’azione “con berretto, occhiali da sole, mascherina, vestito di nero”. A volto coperto, insomma.
Stefania Losito