L’Unione Europea rende note le linee guida per una comunicazione inclusiva. È polemica
Meglio “buone feste” che “buon Natale”. L’Unione Europea ha redatto un documento interno per la comunicazione istituzionale in cui lancia le linee guida per una comunicazione inclusiva e nel rispetto delle diversità.
Via, quindi, ogni riferimento di genere, non va mai dato come presunto l’orientamento sessuale di una persona. Nel vademecum l’Ue suggerisce di non rivolgersi più alle persone con il classico . “signore e signori”. In tema di genere “sono preferibili” i nomi e pronomi neutrali. Piuttosto che ‘he’ o ‘she’ (egli o ella), meglio usare un più generico ‘they’ (loro). Mai, inoltre, salutare una platea con “ladies and gentlemen” ma presentarsi semplicemente con “dear colleagues”. E se ci si rivolge ad una donna sarebbe sbagliato presumere il suo stato civile: al “signora” o “signorina” va preferito “Ms”.
“In ogni contenuto testuale o audiovisuale va assicurata la diversità” e in “qualsiasi panel va rispettato l’equilibrio di genere”, si legge ancora nelle linee guida. Nelle nuove regole per comunicare meglio l’UE affronta anche il tema della disabilità e dell’età. Dire “anziani” può essere offensivo, meglio usare “popolazione più adulta”, è l’invito di
Palazzo Berlaymont. E piuttosto che scrivere o dire che una persona “è disabile”, è preferibile affermare che una persona “ha una disabilità”. Nel documento, il tema dell’orientamento sessuale è centrale. Mai dire “un gay” ma piuttosto “una persona gay”. Usare la formula “una coppia lesbica” e non “due lesbiche”. Anche nella rappresentazione di una famiglia vocaboli come “marito”, “moglie”, “padre” o “madre” non rispecchiano il linguaggio inclusivo voluto dall’Ue. L’indirizzo resta, anche in questo caso, quello della neutralità: l’invito è a usare parole come “partner” o “genitori”.
L’inclusione, per i vertici Ue, deve essere chiaramente anche religiosa e dovrebbe valere anche per le feste religiose.
La nuova regola prevede che si usi solo un generico “festività” ‘ e non il nome della festa in questione. In Italia, sulla questione della inclusività legata alla religione, è esplosa la polemica di chi chiede che, almeno per il Natale, si faccia una eccezione. Nella serata di ieri è arrivata anche la replica della Commissione Europea che ha ribadito l’importanza dell’inclusività e la “neutralità” dell’esecutivo Ue su temi religiosi. Ma ammettendo che, forse, “gli esempi” fatti nel documento “potevano essere migliori”.
Angela Tangorra