È stata chiesta l’archiviazione delle indagini per i due marò pugliesi, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, accusati di aver ucciso due pescatori indiani al largo delle coste del Kerala, nel 2012. Secondo i pm di Roma, hanno agito rispettando le regole di ingaggio convinti di essere sotto attacco di pirati. Inoltre, gli accertamenti autoptici e gli esami balistici effettuati all’epoca dei fatti in India, sono inutilizzabili. Impossibile, ad esempio, riesaminare i corpi dei pescatori rimasti uccisi nello scontro a fuoco, perché sono stati cremati.
La decisione dei pm romani non contrasta con il risarcimento alle vittime disposto dall’arbitrato dell’Aja in quanto il tribunale olandese aveva attribuito la giurisdizione penale sulla vicenda a Roma.
Nel motivare la richiesta di archiviazione, ora al vaglio del gip, i pm di piazzale Clodio sostengono, anche alla luce degli accertamenti tecnici, che i due marò hanno rispettato le regole di ingaggio. Sostanzialmente, quando hanno visto il barchino avvicinarsi a 90-100 metri dalla nave Enrica Lexie, hanno prima mostrato le armi e poi sparato in acqua.
Latorre e Girone hanno pensato di essere sotto attacco di pirati, così come confermato dal personale indiano a bordo della nave sentito dagli inquirenti italiani.
“Ora voglio stringervi tutti e non solo virtualmente, ma fisicamente, perché non ho dimenticato quanto vi siete spesi per noi”. È questo il messaggio scritto su Facebook da Massimiliano Latorre nell’apprendere la notizia dell’archiviazione.
“Abbiamo appreso oggi una buona notizia. Attendiamo di conoscere i contenuti della richiesta di archiviazione. Auspichiamo che questa vicenda si concluda presto e possa tornare la serenità nella nostra famiglia” ha commentato, invece, Massimiliano Latorre.
Gianvito Magistà