Avrebbero trafficato duemila reperti archeologici in meno di due anni, trafugandoli nel Tarantino, soprattutto nell’area del parco archeologico di Saturo, e in Basilicata, e venduti al mercato nero con destinazione Germania, Belgio, Olanda e Svizzera. Sono tredici gli indagati dalla procura di Taranto con le accuse, a vario titolo, di associazione per delinquere, ricettazione, scavo clandestino e impossessamento di reperti archeologici magnogreci, risalenti al periodo compreso tra il VI e il II secolo avanti Cristo. Uno degli indagati, che avrebbe rivestito il ruolo di promotore, è stato arrestato pochi giorni fa a Deft, in Olanda, dalla Polizia del posto, dove c’e’ un laboratorio specializzato in restauri di oggetti d’arte antichi. Tra i reperti sequestrati, ceramiche a figure rosse, ceramiche miniaturistiche, ceramiche votive, corredi funerari, utensili in bronzo, due elmi corinzi in bronzo, lastre di coperture sepolcrali in terracotta, pregevoli monili in oro e monete antiche, come quella raffigurante Taras, da cui ha preso il nome l’operazione degli investigatori. Sono tuttora in corso, sia sul canale della cooperazione internazionale di Polizia che su quello giudiziario, grazie all’intensa e immediata collaborazione con Eurojust, Europol e Interpol, le attività per il rimpatrio di diversi beni localizzati in Olanda, Germania e Stati Uniti, provento del traffico illecito.
Stefania Losito
(foto di repertorio)