Proseguono le indagini su Mario Lerario, l’ex capo della protezione civile pugliese arrestato in flagranza di reato mentre intascava una tangente di 10mila euro. Per la procura, sono sospetti gli affidamenti relativi alla realizzazione dell’ospedale per le maxi-emergenze Covid in Fiera del Levante a Bari. Secondo l’ipotesi dell’accusa, gli appalti sarebbero stati frazionati in modo da ricorrere all’assegnazione diretta. Le scelte sarebbero ricadute su imprenditori compiacenti. Ma si indaga anche sulla fuga di notizie in procura: Lerario sarebbe stato informato dell’inchiesta a suo carico. Avrebbe saputo di essere intercettato e, per sfuggire alle registrazioni, avrebbe fatto bonificare il suo ufficio da eventuali cimici.
Emergono anche nuovi particolari nelle immagini registrate pochi minuti prima dell’arresto, quando, con una telecamera in macchina di Lerario, si vede una persona che apre lo sportello e consegna una busta con 200 banconote da 50 euro. Si tratta di Giovanni Leccese, imprenditore di Foggia, titolare di un appalto da 2,5 milioni di euro al Cara del capoluogo dauno. Leccese ha confessato e per lui sono scattati i domiciliari. In un’altra conversazione, Donato Mottola, di Noci, ai domiciliari, rivelerebbe alla moglie di aver consegnato una “manzetta”, cioè un pezzo di carne, ripieno con 20mila euro in contanti. Anche a Mottola la protezione civile ha assegnato un appalto da 3 milioni di euro ricorrendo all’assegnazione diretta.
Stefania Losito