Con una media di almeno dieci episodi al giorno, il 2021 è stato l’anno più antisemita dell’ultimo decennio. Lo rileva il rapporto della Wzo, l’Organizzazione sionista mondiale e dell’Agenzia ebraica per Israele. Il numero effettivo di episodi di antisemitismo registrati tuttavia è reputato decisamente maggiore, poiché molti incidenti non sono stati denunciati.
Tra i casi più diffusi contano le scritte, gli atti di profanazione, il vandalismo e la propaganda. Ammontano a circa un terzo del totale le violenze verbali o fisiche, anche se nessuna è sfociata in un omicidio nell’ultimo anno.
L’andamento dell’antisemitismo in Europa ha risentito del mutato clima suscitato dalla pandemia di Covid-19. Mentre nel 2020 la diffusione del coronavirus alimentò teorie cospirazioniste che fomentarono l’antisemitismo, nel 2021 queste si sono riversate sul tema dei vaccini. In più, hanno ingenerato in alcuni il paragone tra l’obbligo vaccinale e le politiche della Germania nazista durante l’Olocausto, dando anche vita a pubbliche proteste in cui i manifestanti esibivano la famigerata “stella gialla”.
“L’uso di questi simboli ha creato un preoccupante fenomeno di ‘trivializzazione dell’Olocausto’, il cui scopo principale è sminuire le dimensioni dell’Olocausto e la sua unicità e importanza storica”, si afferma nel rapporto.
Circa la metà di tutti gli episodi denunciati è avvenuta in Europa, con una crescita nel Regno Unito in Austria. Aumento registrato anche in Germania, che conta 1.850 episodi contro i 1.909 del 2020. Prosegue invece un trend di diminuzione in Russia, secondo quanto riferito dalla locale comunità ebraica. Una quota del 30 per cento sul totale mondiale di episodi antisemiti è segnalata negli Stati Uniti, anche se sia Canada sia Australia hanno assistito a “un drastico incremento”. Negli States, New York ha registrato il doppio dei casi rispetto all’anno prima: 503 contro 252. E nei primi sei mesi del 2021, Los Angeles ha segnato un incremento del 59% sul 2020.
Michela Lopez