Questa mattina 48 passeggeri sbarcati a Brindisi, fra loro 20 italiani
“Ho mandato un sms di addio a mia moglie. Ero convintissimo che la morte ci prendeva tutti”. Lo ha detto un autotrasportatore superstite dell’incendio di Euroferry Olimpya che questa mattina è sbarcato al porto di Brindisi insieme ad altri 47 (fra cui una ventina di italiani) salvati dal rogo della nave andata a fuoco nella notte tra giovedì e venerdì a largo di Corfù. “Ci hanno chiamato – ha raccontato Vittorio Padrevino parlando con i giornalisti che attendevano sul molo – ci hanno diviso in due gruppi e poi c’e’ stato l’abbandono nave. Ho pensato di morire, la morte l’abbiamo vista”.
“Qualcuno ha tentato di andare ai camion – ha aggiunto – per recuperare soldi, documenti, patenti. Non abbiamo piu’ documenti, licenze comunitarie importanti. L’organizzazione è stata stupenda, sono stati bravissimi, ragazzi giovani molto in gamba. Ogni settimana – ha detto ancora – faccio questa tratta, non avrei mai pensato una cosa del genere dobbiamo ringraziare Dio. Ho pianto, non so quanto ho pianto. Tutti abbiamo pianto – ha concluso – anche i piu’ forti. Non vedo l’ora di tornare a casa. Noi italiani ci siamo ritrovati e dati forza”.
Mauro Denigris