Nuovo round di negoziati tra Russia e Ucraina a Istanbul, a partire dalle 10.30 locali (le 9.30 in Italia), negli uffici della residenza presidenziale turca nel palazzo di Dolmabahce. Dopo uno stop di due settimane, Mosca e Kiev tornano a vedersi per decidere sul cessate il fuoco. L’Ucraina sta valutando di accettare lo status di neutralità mentre la Russia non chiederebbe più che l’Ucraina venga “denazificata” ed è pronta a lasciare che Kiev aderisca all’Ue a patto che rimanga militarmente non allineata. Tuttavia “non stiamo commerciando persone, terra o sovranità”, ha affermato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba arrivando a Istanbul, chiarendo che “l’obiettivo minimo dei negoziati saranno i corridoi umanitari e quello massimo il raggiungimento di un accordo su un cessate il fuoco”.
Ma gli incontri sono anticipati da un botta e risposta tra Usa e Russia, con Biden che insiste nelle accuse a Putin (“dittatore”, “macellaio”) e il Cremlino che accusa la Casa Bianca di ingerenze nel governo russo.
Il portavoce russo, Dmitry Peskov, in una lunga intervista al network statunitense Pbs, ha accusato l’Occidente di avere dichiarato, con le sanzioni, una “guerra economica” contro la Russia che deve ora adattarsi a “nuove condizioni”, “sfortunatamente” “piuttosto ostili”. Peskov ha poi affermato che “nessuno in Russia sta prendendo in considerazione l’idea di usare armi nucleari” né ha in programma di attaccare nessun paese della Nato, a meno che non sia “un atto reciproco”.
L’ambasciatore ucraino a Roma, Yaroslav Melnyk, ieri, ha annunciato che “il presidente Zelensky ha lanciato l’iniziativa U24, United for peace, per creare un gruppo di Paesi capace di dare una risposta entro 24 ore in caso di aggressione (una sorta di alleanza parallela alla Nato, che Putin non digerirebbe, ndr). Secondo il presidente – ha detto l’ambasciatore – di questo gruppo dovrebbero far parte i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu, più la Germania, il Canada, la Turchia e anche l’Italia. Sono contento di vedere l’Italia in questo elenco”. E infatti il presidente del Consiglio Mario Draghi, nel corso della conversazione telefonica odierna con il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky – riferisce Palazzo Chigi -, ha ribadito il fermo sostegno del Governo italiano alle autorità e al popolo ucraini e la piena disponibilità dell’Italia a contribuire all’azione internazionale per porre fine alla guerra e promuovere una soluzione durevole della crisi in Ucraina. E Zelensky, dopo la conversazione telefonica col premier Mario Draghi, su Twitter ringrazia “la disponibilità dell’Italia di unirsi alla creazione di un sistema per le garanzie di sicurezza a sostegno dell’Ucraina”.
Ma, sui negoziati, c’è un mistero che s’infittisce: il presunto avvelenamento dell’oligarca russo Roman Abramovich (come sarebbe accaduto anche a due negoziatori ucraini), che alcune fonti statunitensi e ucraine mettono in dubbio rigettando l’ipotesi di un uso di armi chimiche che scatenerebbe pericolose rappresaglie. Ad Abramovich, che avrebbe tentato una mediazione con Zelensky, Putin avrebbe detto: “Digli che li distruggerò”. Pronta la risposta ucraina: “Se Putin ha i suoi piani per ‘distruggere’ l’Ucraina, anche noi abbiamo i nostri, vincere la guerra e liberare i nostri territori”, ha detto Kuleba. Fatto sta che il 5 marzo era già morto un altro negoziatore, sparato con un colpo alla testa a Kiev, Denis Kireev, spia ucraina, che aveva partecipato ai negoziati del 3 e del 4 marzo, insieme con l’oligarca russo e gli altri presunti avvelenati.
Intanto, sul campo, le forze di difesa ucraine hanno annunciato, nella trentaquattresima notte di guerra, di avere ricacciato indietro di 40-60 chilometri le truppe russe dirette a varie città ad est, sudest e nordest e di avere resistito ai bombardamenti che – afferma lo stato maggiore – continuano a prendere di mira infrastrutture e aree residenziali, anche se il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha ribadito che gli ordini di attacco riguardano esclusivamente
obiettivi militari. Secondo fonti militari ucraine gli attacchi si sono concentrati anche sui siti di stoccaggio del petrolio:
un raid missilistico ha colpito ieri sera un deposito di carburante nella regione di Rivne, nell’Ucraina nordoccidentale.
Mariupol resiste ancora all’assedio e le forze armate ucraine affermano di avere abbattuto 17 mezzi aerei russi, mentre – denunciano gli ucraini – in alcuni insediamenti delle regioni di Kiev, Zaporizhia, Chernihiv, Kherson e Kharkiv, “gli occupanti russi continuano a terrorizzare la popolazione locale” con saccheggi e violenze.
Stefania Losito