Militari sfilano orgogliosi in piazza Rossa per celebrare il Giorno della vittoria sui nazisti. Lo zar, Vladimir Putin, parla alla Nazione, con gli occhi del mondo puntati contro. Difende le ragioni dell’attacco all’Ucraina e si scaglia contro la Nato: “ Abbiamo risposto a una minaccia diretta vicino ai confini russi, perché un attacco era stato preparato, anche alla Crimea. La Russia ha sempre voluto un sistema indivisibile per la sicurezza, ma la Nato non ci ha ascoltato”, afferma dal palco, pur ammettendo che “l’orrore di una guerra globale non si deve ripetere”.
Le repliche arrivano a cascata. “Putin ha riconosciuto che non c’è una vittoria da celebrare”, commenta l’ambasciatrice americana all’Onu, Linda Thomas-Greenfield. Zelensky, invece, pubblica un video su Instagram, in cui paragona il leader russo a Hitler e conferma che l’Ucraina non si arrenderà. Mentre si segnalano nuovi bombardamenti su Kiev e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, assiste a Odessa alla distruzione di un edificio, e per ripararsi dalle bombe si nasconde in un rifugio.
Michele Paldera