Sventato a Foggia dalla polizia un agguato ai danni di un imprenditore. Sono finite in carcere le sette persone che avrebbero dovuto uccidere la vittima il 26 giugno. Tra loro c’è anche Emiliano Francavilla, tornato in liberta’ a marzo dopo 12 anni di reclusione, e ritenuto al vertice del clan foggiano ‘Sinesi-Francavilla’. Le indagini sull’agguato sono
partite dalle intercettazioni telefoniche sull’omicidio di Roberto Russo, compiuto il 21 marzo.
Secondo le indagini della squadra mobile, che sono ancora in corso, l’imprenditore bersaglio dell’agguato (non indagato e che nel procedimento risulta la vittima) avrebbe ricevuto denaro dal clan Francavilla per reinvestirlo, e poi non lo avrebbe restituito. Inoltre, secondo l’ipotesi accusatoria, l’omicidio dell’imprenditore sarebbe servito a ridefinire gli assetti di potere nella mafia foggiana dopo il duplice tentato omicidio del boss Antonello Francavilla e del figlio 15enne, il 2 marzo scorso a Nettuno (Roma), dove il capo clan foggiano era detenuto ai domiciliari.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Domenico Solazzo, dipendente dell’imprenditore, aveva posizionato sotto
l’auto di quest’ultimo un dispositivo gps per monitorarne gli spostamenti. A sparare avrebbero dovuto essere Emiliano
Francavilla, Antonio Lanza e Giuseppe Sonnino. La base operativa del commando era un casolare abbandonato dove sono stati rinvenuti e sequestrati auto, documenti d’identità e cellulari.
Consalvo e Mario Lanza, che si erano appostati a ridosso dell’uscita autostradale dove avrebbe dovuto essere ucciso
l’imprenditore, sono stati bloccati dagli agenti. Mentre i poliziotti facevano irruzione nel casolare hanno visto passare
una Fiat 500 rossa ad alta velocità. Ne è nato un inseguimento per alcuni chilometri al termine del quale gli agenti hanno bloccato il veicolo con a bordo un uomo che e’ ritenuto l’autista del commando. In auto hanno rinvenuto una bottiglia con del liquido infiammabile che il commando avrebbe dovuto utilizzare, una volta compiuto l’omicidio, per dar fuoco al veicolo e cancellare ogni traccia.
Stefania Losito