Una truffa da quasi un milione e mezzo di euro è stata scoperta a Torino dalla Guardia di Finanza. Cinque le misure cautelari, una agli arresti domiciliari a carico di una dipendente di un patronato e quattro obblighi di firma nei confronti di cittadini romeni.
Il gruppo avrebbe messo in piedi un sistema per far percepire indebitamente il reddito di cittadinanza a cittadini stranieri che dichiaravano di risiedere a Torino, ma che invece continuavano a vivere all’estero.
Secondo le indagini la dipendente del patronato avrebbe inoltrato numerose richieste al portale Inps, finalizzate a consentire l’indebita erogazione del reddito. Domande in cui, stando agli inquirenti, almeno 314 persone, prevalentemente cittadini romeni, avrebbero dichiarato falsamente di risiedere nel capoluogo piemontese per beneficiare del reddito.
La donna, insieme al marito, utilizzando documenti e dichiarazioni false, avrebbe presentato le istanze senza che ci fosse il requisito previsto dalla normativa di risiedere da almeno dieci anni in Italia di cui gli ultimi due in modo continuativo. A coadiuvarli ci sarebbero stati i quattro cittadini romeni che facevano da intermediari tra la coppia e i beneficiari.
Oltre alle misure cautelari il Gip ha emesso anche un decreto di sequestro preventivo a carico della dipendente del patronato di 7.850 mila euro, considerato profitto della truffa. Sono, inoltre, al vaglio le posizioni di ulteriori 3.000 percettori del reddito di cittadinanza, nei cui confronti sono in via di esecuzione specifici approfondimenti.
Gianvito Magistà