Mikhail Gorbaciov, ultimo leader dell’Unione Sovietica e padre della perestrojka, è morto all’eta’ di 91 anni ‘dopo una grave e prolungata malattia’. Lo ha annunciato il Central Clinical Hospital di Mosca, dove era ricoverato. La perestrojka, il crollo del Muro di Berlino, la fine della guerra fredda, il disarmo nucleare, il ritiro dall’Afghanistan: il nome di Gorbaciov evoca un’intera epoca di cambiamenti storici conclusasi nel 1991 con il crollo dell’Urss, di cui fu l’ultimo presidente prima di cedere il potere al suo rivale Boris Eltsin. Per il suo contributo alla fine della Guerra Fredda, Gorbaciov è tato insignito nel 1990 del Nobel per la Pace. Verrà seppellito accanto alla moglie nel cimitero di Novodevichy a Mosca.
Il 25 dicembre 2021, meno di un anno fa, rilasciò un’intervista alla Tass. Era malato da tempo e per questo lontano dai riflettori nonostante la sua battaglia quotidiana per una perestrojka dell’ ambiente. Ma era il trentesimo anniversario dalla fine dell’Urss. “Se fosse stata riformata in tempo – aveva detto – l’Unione Sovietica sarebbe potuta sopravvivere come Unione di Stati sovrani, ma ormai era troppo tardi”.
Gorbaciov si dimise da presidente dell’Urss il 25 dicembre del 1991. La bandiera rossa sopra il Cremlino fu ammainata e sostituita con il tricolore russo. L’Unione Sovietica cessò di esistere lo stesso giorno, anche se formalmente si dissolse il 26 dicembre per ordine del Soviet Supremo. “Furono giorni bui per l’Unione Sovietica, per la Russia e anche per me. Ma non avevo il diritto di agire diversamente”, ricordò Gorbaciov, spiegando anche perche’ non usò mai la forza per tentare di tenere insieme l’impero: “In primo luogo perche’ avrei smesso di essere me stesso. E poi una decisione del genere avrebbe innescato una guerra civile gravissima e dalle conseguenze imprevedibili. Ero certo che questo scenario dovesse essere evitato a tutti i costi”. L’Unione di Stati sovrani”, per Gorbaciov, sarebbe diventato una confederazione con le repubbliche costituenti che avrebbero goduto di poteri ancora piu’ ampi. “Per prima cosa, sarebbero diventati membri delle Nazioni Unite, mentre l’Unione avrebbe mantenuto il seggio nel Consiglio di sicurezza. Le forze armate e le armi nucleari sarebbero rimaste sotto un unico comando. Sono certo che sarebbe stato molto meglio di quello che è seguito al crollo dell’Unione Sovietica”.
Gorbaciov è stato uno dei maggiori protagonisti della politica mondiale negli anni ’80, alla guida dell’Urss tra il 1985 e il 1991: negozio’ la fine della Guerra Fredda, la caduta del muro di Berlino e il disarmo nucleare. Tra il 1990 e il 1991 fu Presidente dell’Unione Sovietica, prima di doversi dimettere definitivamente. E’ stato il simbolo di una nuova generazione di leader, dopo essere diventato segretario del partito comunista a “soli” 54 anni, un’età giovane per il consueto ruolo dirigenziale: fu lui ad avviare la Glasnost (trasparenza) e poi la Perestrojka (ristrutturazione economica), che vide la nascita della Russia moderna. Cerco’ di cambiare l’Unione Sovietica e le sue relazioni con il mondo occidentale. E non volle solo la fine della Guerra Fredda o un ritorno alla politica della distensione, ma creare una vera cooperazione, un’intesa tra Oriente e Occidente: difese il multilateralismo non ancora globalizzato, consapevole che il pericolo peggiore fosse quello di una guerra nucleare ma anche delle sfide ambientali, che sarà uno dei primi leader politici a mettere in agenda. I suoi traguardi sono stati significativi: la fine dell’occupazione dell’Afghanistan, la firma di un accordo sugli euromissili, l'”opzione 0″ che elimina completamente una categoria di armi nucleari, l’accordo sul disarmo convenzionale, ma anche il fatto che ogni Paese dell’Est europeo potesse seguire la propria strada: l’Urss non imponeva piu’ la sua politica con la forza, come dimostro’ la riunificazione tedesca che Gorbaciov accettò quando c’erano ancora 500mila soldati sovietici nella Germania dell’Est.
Dopo le dimissioni dal suo incarico di presidente dell’Urss, Mikhail Gorbaciov si rivolse all’ecologia. In vent’anni ha scritto Il mio manifesto per la Terra e partecipato a diversi documentari sull’argomento – La battaglia di Chernobyl nel 2006, L’undicesima ora, prodotto da Leonardo DiCaprio nel 2007, o Rimarremo sulla Terra nel 2009. Ma la sua eredita’ piu’ notevole in questo settore e’ la Green Cross International, fondata nell’aprile 1993 con il deputato svizzero Roland Wiederhehr: un ong ecologica sul modello della Croce Rossa mira a garantire “un futuro sostenibile per tutti i popoli del mondo”. Per fare questo Gorbaciov auspica una “perestrojka dello sviluppo sostenibile” , come ha indicato in occasione del 20 anniversario della Ong.
Putin ha fatto sapere che manderà un telegramma ai parenti e agli amici del defunto. Lo riporta il Cremlino citato dalla Tass.
I commenti dei leader occidentali: il presidente americano Joe Biden ha reso omaggio a Gorbaciov, definendolo un “leader raro”. “Le sue azioni – ha aggiunto Biden in un comunicato – sono state quelle di un leader con immaginazione sufficiente per vedere che un altro futuro era possibile e il coraggio di rischiare l’intera carriera per raggiungerlo. Il risultato è stato un mondo più sicuro e più libertà per milioni di persone”.
Il capo delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha elogiato Gorbaciov come “uno statista unico nel suo genere che ha cambiato il corso della storia” e “ha fatto più di ogni altro individuo per portare alla fine pacifica della guerra fredda”. La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha salutato Gorbaciov come un “leader fidato e rispettato” che “ha aperto la strada a un’Europa libera”.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha descritto su Twitter Gorbaciov come un “uomo di pace”, che “ha aperto una strada di libertà per i russi. Il suo impegno per la pace in Europa ha cambiato la nostra storia comune”.
Il premier britannico Boris Johnson ha dichiarato di aver “sempre ammirato il coraggio e l’integrità” dimostrati da Gorbaciov nel portare la guerra fredda a una conclusione pacifica. “In un momento di aggressione di Putin in Ucraina, il suo instancabile impegno per l’apertura della società sovietica rimane un esempio per tutti noi”, ha dichiarato in un post su Twitter, riferendosi all’offensiva di Mosca nel suo ex vicino sovietico.
Stefania Losito