Coinvolti anche due agenti di polizia penitenziaria e un ex maresciallo dei carabinieri
Operazione dei carabinieri questa mattina all’alba tra le province di Taranto e Brindisi. I militari hanno dato esecuzione a una misura di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Lecce, nei confronti di 15 indagati, a vario titolo, per associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi e munizioni. Sgominato un gruppo denominato Lucchese, che aveva base operativa a San Giorgio Jonico (Taranto). L’indagine, coordinata dal procuratore Milto Stefano De Nozza, è nata da approfondimenti dopo l’operazione ‘Taros’ del marzo 2021. Il gruppo Lucchese ha a capo un uomo di 48 anni di San Giorgio Jonico che cura in prima persona i rapporti con i vari fornitori di sostanze stupefacenti e avrebbe intessuto rapporti anche con appartenenti alle istituzioni. Coinvolti anche due agenti della Polizia Penitenziaria e un maresciallo dei carabinieri in pensione. All’inchiesta ha contribuito un pentito della cosca di ‘ndrangheta Flachi-Trovato-Schettini, attiva in Lombardia, che da poco collabora con la giustizia.
I due agenti di polizia penitenziaria sono in servizio al carcere di Taranto e sono stati indicati dagli inquirenti come “guardaspalle armati” di Marcello Lucchese, 48enne pregiudicato di San Giorgio Jonico, ritenuto a capo del presunto gruppo criminoso smantellato oggi dai carabinieri del Ros. Uno dei due poliziotti, Vincenzo Fonseca, 49enne di Carosino, è tra i destinatari delle misure restrittive. L’altro è indagato a piede libero ma entrambi sono tra i 14 accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga. Secondo il gip Tosi “non hanno dimostrato alcuna remora a sfruttare indebitamente il ruolo e la funzione istituzionale per agevolare gli interessi del sodalizio”, fornendo “supporto materiale al gruppo” e “mettendo a disposizione i primi automezzi” (Fonseca, in particolare, avrebbe consentito a Lucchese di utilizzare il suo scooter per trasportare e consegnare la droga). Inoltre, hanno “partecipato personalmente – sottolinea il gip nell’ordinanza – ai summit con gli altri sodali nel corso dei quali venivano pianificate le attività di spaccio di stupefacenti e di altre azioni (ad esempio l’attentato dinamitardo in danno di uno stabilimento balneare ubicato nella Marina di Lizzano)”. Un terzo agente penitenziario, “già da tempo in amicizia con Lucchese Marcello” è indagato a piede libero per accesso abusivo a un sistema informatico aggravato dall’essere stato commesso da pubblico ufficiale perché si sarebbe introdotto all’interno del sistema informatico della Banca Dati in uso all’Amministrazione penitenziaria per conoscere il “regime cui era sottoposto” il collaboratore di giustizia Giorgio Tocci (ex poliziotto) che aveva reso dichiarazioni anche contro Lucchese e per informare il presunto capoclan.
Michela Lopez