Uno studio pubblicato sulla rivista Nutrients spiega perchè
Quando la pressione si abbassa ai primi caldi più intensi dell’estate, il primo suggerimento che viene dato agli ipotesi è “fatti un caffè”, poiché siamo abituati a pensare che la caffeina tiri sù la pressione.
La teoria popolare è vera, a patto che non si esageri con le quantità di caffè.
A dimostrarlo è uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università di Bologna e dell’IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna – Policlinico di Sant’Orsola e pubblicato l’8 gennaio sulla rivista Nutrients. Lo studio ha dimostrato che “chi beve regolarmente caffè ha una pressione sanguigna significativamente più bassa, sia a livello periferico che a livello centrale, rispetto a chi non ne beve”. Il dottor Arrigo Cicero, primo autore della ricerca, ha spiegato che il merito va principalmente ai “componenti bioattivi” contenuti nella bevanda preferita dagli italiani, in primis i polifenoli ,che sono in grado di bilanciare gli effetti della caffeina sul nostro organismo.
Nel corso della ricerca, sono state fatte indagini su 720 uomini e 783 donne a cui venivano controllati i livelli della pressione sanguigna e le abitudini del consumo di caffè.
Come ha detto il dottor Cicero: “La pressione arteriosa periferica è risultata decisamente più bassa nei soggetti che consumano da una fino a tre tazze di caffè al giorno rispetto ai non consumatori di caffè”. Questo effetto è stato osservato anche per la prima volta rispetto alla pressione aortica centrale, quella vicina al cuore, dove si osserva un fenomeno quasi identico, con valori del tutto simili per chi beve abitualmente caffè rispetto ai non consumatori”. Tutti i risultati dello studio confermano gli effetti positivi del caffè per la mitigazione del rischio di malattie cardiovascolari”. Il caffè fa bene, dunque, purché si resti nelle tre tazzine consigliate al giorno.
Angela Tangorra