A beneficiarne per prima è la salute dei lavoratori
Ridurre l’orario di lavoro del personale mantenendo le retribuzioni salariali potrebbe portare a numerosi benefici per la salute dei dipendenti, senza comprometterne la produttività. Lo conferma uno studio condotto dagli scienziati dell’Università di Cambridge, del Boston College e del think tank Autonomy. I ricercatori hanno lavorato nell’ambito del 4 Day Week Global, un’associazione britannica non profit che promuove l’idea di ridurre a quattro il numero di giorni lavorativi nell’ambito della settimana. Per il progetto, 61 organizzazioni nel Regno Unito si sono impegnate a ridurre del 20 per cento l’orario di lavoro per il personale, per un periodo della durata di sei mesi, a partire da giugno 2022. Stando a quanto emerge dall’indagine, il 71 per cento dei dipendenti dichiarava livelli inferiori di esaurimento e il 39 per cento afferma di aver sperimentato meno stress. Allo stesso tempo, riportano gli studiosi, è stata rilevata una riduzione del 65 per cento nel numero di giorni di malattia richiesti dai partecipanti. Gli incassi delle aziende, continuano gli esperti, sono persino aumentati marginalmente in media dell’1,4 per cento. Circa il 92 per cento delle società che hanno preso parte al programma pilota britannico ha riferito di voler rendere organica la settimana lavorativa di quattro giorni. I risultati del sondaggio hanno evidenziato una riduzione dei livelli di ansia e affaticamento e un miglioramento della salute mentale e fisica.
“Abbiamo scoperto un incremento della produttività- commenta Brendan Burchell, sociologo presso l’Università di Cambridge – che compensava la contrazione dell’orario di lavoro. Il personale era più produttivo e meno incline a effettuare delle pause. È stato incoraggiante anche il fatto che i datori di lavoro abbiano accolto l’iniziativa con positività. La settimana di quattro giorni migliorerebbe la vita lavorativa e familiare per moltissime persone”.
Angela Tangorra