Sarà un tampone molecolare unico a rilevare contestualmente e rapidamente la presenza del Covid-19 e del virus respiratorio sinciziale (Rsv), responsabile dell’epidemia di bronchioliti che sta colpendo tanti bambini anche mettendo in difficoltà le strutture ospedaliere di tutto il Paese. E’ il frutto di uno studio del laboratorio di immunologia dell’ospedale Meyer di Firenze, guidato da Chiara Azzari: “Per la prima volta, in Italia – si legge in un comunicato – è possibile fare diagnosi differenziale attraverso un unico prelievo e un’unica analisi”. L’ospedale parla di una “piccola rivoluzione procedurale che permette di isolare immediatamente i casi positivi, attraverso la creazione di percorsi separati che tutelano tutti i piccoli pazienti e le famiglie che si rivolgono all’ospedale”.
Per l’immunologa il tempismo è fondamentale. Una lezione, spiega, che “ci è stata impartita dalla pandemia e abbiamo imparato quanto sia importante avere dalla propria parte il fattore tempo”. “Riuscire a scoprire immediatamente i casi positivi con il tampone effettuato all’ingresso in ospedale – racconta Azzari – ci permette di organizzarci al meglio e di proteggere i bambini che non hanno contratto l’infezione”.
Riguardo al virus respiratorio sinciziale, il Meyer ricorda come sia molto aggressivo nei bambini più piccoli, soprattutto
nei neonati sotto l’anno di età: i bimbi ricoverati necessitano di un’assistenza respiratoria, che prevede l’utilizzo dell’ossigeno in alti flussi o il casco; nel 20% dei casi, i più gravi, è necessaria la terapia intensiva e il bambino deve essere intubato. Questo virus ha un andamento stagionale, collocato di solito tra dicembre e marzo. Quest’anno ha fatto la sua comparsa fin dal mese di ottobre, facendo registrare, in questo periodo, un boom di ingressi al pronto soccorso e un aumento importante di ricoveri, anche intensivi.
“Negli anni scorsi – spiega ancora la professoressa Azzari – avevamo 30-40 bambini ricoverati ogni mese. Quest’anno, solo in questa porzione del mese di novembre, ne abbiamo ricoverati 130, il che significa quattro volte in più rispetto alla media”. I ricercatori dello stesso laboratorio avevano ideato Uffa, il kit che permette di effettuare un autotampone nasale grazie al quale tutti gli operatori hanno potuto monitorare costantemente la loro negatività al virus, mantenendo al sicuro i bambini ricoverati.
Gli esperti del Meyer spiegano le regole da rispettare, in questo delicato momento in cui c’è il boom di ricoveri per la sinciziale, specialmente in presenza di bambini nella fascia 0-2 anni: evitare di portare i bambini in ambulatori ed ospedali se non strettamente necessario (in questi casi, durante l’attesa, è importante seguire uno scrupoloso distanziamento); evitare che i bambini frequentino luoghi affollati come supermercati e grandi magazzini; evitare il contatto dei bambini con persone che presentano sintomi respiratori, anche se si tratta di adulti. Questo perché, negli adulti, il virus sinciziale è responsabile anche di semplici raffreddori che invece nei piccoli e piccolissimi possono evolvere in situazioni respiratorie anche severe.
La prevenzione è fondamentale perché, ad oggi, non è disponibile un vaccino per questo virus. Esiste la possibilità di una terapia a base di anticorpi monoclonali, ma solo per bambini che presentano fattori di rischio (come prematurità, immunodeficienze, patologie polmonari o cardiache). Per la generalità dei bambini l’infezione si risolve perlopiù a casa, ma nei casi gravi richiede il ricovero e ossigenoterapia.
Stefania Losito