Il Consiglio dei ministri ha approvato la riforma della Giustizia. Gli emendamenti al disegno di legge in discussione in Parlamento, approvati dal Governo, conterranno la separazione delle funzioni dei magistrati, la riforma del Consiglio superiore della magistratura e lo stop delle porte girevoli. Gli emendamenti sarebbero stati approvati dal Cdm all’unanimità. Si tratta del pacchetto di ritocchi messo a punto dalla ministra Marta Cartabia alla riforma del Csm. Assente la ministra di Italia Viva Elena Bonetti, impegnata a Expo Dubai.
IL BLOCCO DELLE ‘PORTE GIREVOLI’ – Non sarà più possibile a un magistrato svolgere in contemporanea funzioni giurisdizionali e incarichi politici, elettivi e governativi, a livello nazionale e locale ma è obbligatoria l’aspettativa senza assegno. Non ci si può candidare nella regione in cui si è esercitato nei tre anni precedenti. Nessuna possibilità di tornare a fare il giudice o il pm al rientro dal mandato elettorale o da un incarico di governo: in questi casi scatterà il collocamento fuori ruolo presso il ministro della Giustizia o altre amministrazioni. Lo stop dalle funzioni giudiziarie sarà invece di 3 anni per chi si candida ma non viene eletto. E lo stesso trattamento toccherà a fine mandato a chi viene chiamato a ricoprire l’incarico di capo di gabinetto, segretario generale o capo dipartimento di un ministero, ma la regola si applicherà solo agli incarichi futuri.
RIFORMA DEL CSM – I componenti del Consiglio superiore della magistratura torneranno a 30, come prima della riforma del 2002: 20 togati e 10 laici. E saranno eletti con un sistema misto, basato su collegi binominali, ma che prevede anche una distribuzione proporzionale di 5 seggi a livello nazionale. Non ci saranno liste, ma candidature individuali. C’è invece il meccanismo del sorteggio per riequilibrare le candidature del genere meno rappresentato. Non saranno più possibili le nomine a pacchetto dei capi degli uffici giudiziari perché il Csm dovrà procedere rispettando il rigoroso ordine cronologico delle scoperture.
E gli avvocati avranno per la prima volta diritto di voto nei consigli giudiziari sulle valutazioni di professionalità dei magistrati ma solo se ricorrono precise condizioni.
I ministri di Forza Italia sono arrivati in ritardo alla riunione perché hanno chiesto tempo per esaminare nel dettaglio i provvedimenti, e hanno ottenuto che il Governo non ponga la fiducia sul tema.
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, magistrato, non ha partecipato ai lavori del Consiglio
dei Ministri per “sensibilità istituzionale”. Gli emendamenti sulle ‘porte girevoli’ non si applicano comunque agli incarichi in corso, quindi né a Garofoli né agli altri magistrati impegnati nel Governo.
Il ministro della Giustizia Marta Cartabia ha spiegato che la riforma “era ineludibile” non solo per la scadenza a luglio del Consiglio in carica, ma anche “per accompagnare la magistratura in un percorso di recupero della piena fiducia e credibilità”. Sulle riforme del sistema penale e civile, spiega ancora la Cartabia, dobbiamo anticipare i tempi: “Stiamo già lavorando ai decreti legislativi di attuazione. Abbiamo un impegno con l’Europa per portarli a termine entrambi entro la fine dell’anno”.
Stefania Losito