Il disco celebra la femminilità e le sue contraddizioni
Esce il 26 novembre nei negozi e negli store digitali Ero Romantica (link pre-order: https://arisa.bfan.link/ero-romantica), l’atteso nuovo album di Arisa, attualmente impegnata a “Ballando con le stelle”, che per la prima volta nella sua carriera pubblica da indipendente con la propria label.
Il disco esce infatti per Pipshow – under exclusive license to Believe Artist Services ed è stato anticipato dai singoli Ortica, Psycho e l’ultimo Altalene, oltre che da Potevi fare di più, il brano interpretato da Arisa a Sanremo 2021.
Ero Romantica è un disco di 11 tracce in bilico fra romanticismo e urgente bisogno di libertà, carnalità e spiritualità: a volte sofferto e struggente, in altri momenti sfacciato e disinibito, in una sorprendente alternanza fra malinconiche ballate d’amore e sfrenati ritmi dance anni ’90, acrobazie vocali e, finanche, fraseggi rap. Un dualismo espresso già dalla separazione in due blocchi fra le canzoni più scatenate e elettroniche e quelle più lente e sentimentali, come in un ideale lato A e lato B; e dal gioco delle due cover: una in black and white che ritrae un’Arisa femme fatale da film noir ma in versione sexy punk; l’altra in un primo piano segnato dai tormenti del cuore e virato in rosa.
L’album è un atto d’amore verso l’umanità nelle sue varie sfaccettature. È il disco di un’artista che trova il senso nelle eccezioni alla regola, la verità profonda nella menzogna; in tutto ciò che non torna, che non corrisponde. Ero Romantica celebra la femminilità e le sue contraddizioni, canta di autodeterminazione femminile e di schiavitù volontaria, urla l’esigenza di cambiare punto di vista per non rimanere schiacciati dall’omologazione. “Mi piace sentirmi in pericolo, affacciarmi dal precipizio e vedere se c’è qualcuno disposto a prendermi in volo. Io mi butto per tutti perché non mi sento nessuno, perché al mondo esiste tutto e il tutto ha bisogno di tutti”.
La title-track “Ero Romantica”, “Psycho”, “Agua de Coco”, “Altalene”, “Maddalena”, “Licantropo”, “Cuore”, “La casa dell’amore possibile”, “Ortica”, “Potevi fare di più” e “L’Arca di Noè” sono i brani che compongono la tracklist di un disco prodotto da Jason Rooney con la coproduzione di Giuseppe Barbera in “Licantropo”, “Cuore”, “La casa dell’amore possibile”, “L’Arca di Noè”, tutte canzoni scritte da Giuseppe Anastasi che torna a collaborare con Arisa dopo aver firmato alcuni dei suoi successi. I brani “Psycho” e “Altalene” invece sono stati prodotti da Danusk, mentre il brano Maddalena vede la produzione sia di Danusk che di Jason Rooney. Potevi fare di più, infine, è stato prodotto da Adriano Pennino.
Dallo spiazzante e felice esordio nel 2009 con Sincerità, quando arrivò sul palco di Sanremo in versione nerd con la nostalgia degli anni ’50, al più recente gusto per la trasgressione in chiave bondage chic, la camaleontica Arisa non smette mai di stupire, grazie anche alla sua instancabile capacità di trasformarsi e di mettersi continuamente in discussione, mutando le (apparenti) contraddizioni in carburante per la creatività. Ero Romantica è un’altra tappa di questo percorso, un ulteriore capitolo della storia di un’artista sempre, orgogliosamente, fuori dagli schemi.
Il disco si apre subito con la dichiarazione di intenti della title-track, che fin dal titolo gioca sull’assonanza ideale fra erotica e romantica: un brano dance con accenni voguing in cui una sfrenata Arisa canta “Erotica/Ero Romantica/Adesso non lo sono più/Da quando mi hai lasciato tu” fino a spingere l’acceleratore su un urlato “Mi fai venire”.
La seconda traccia, “Psycho” è una scatenata e coinvolgente hit, quasi un inno all’indipendenza e alla voglia di poter fare tutto “senza dare adito a chi mi giudica ‘psyco’ solo perché scelgo di essere felice e di vivere come mi va” come dichiara Arisa, per ribadire una nuova consapevolezza di sé, un cambiamento da esibire con fierezza in faccia alle ipocrisie della società.
Con le tre canzoni seguenti si entra nel vivo di uno dei temi principali dell’album, la celebrazione della femminilità ma anche delle sue contraddizioni. “Agua de Coco”, traccia dance di matrice house, è un inno alla bellezza della prosperità femminile che evoca infuocate notti estive mentre “Altalene”, con la collaborazione del duo country pop angloamericano Brown&Gray, è un brano electro-pop dal sapore internazionale che parla di schiavitù volontaria, racconta un uomo narcisista che rende schiava una donna lucidamente disponibile a farsi sottomettere, in cambio di un piacere che è essenzialmente fisico e carnale.
Si arriva così al brano manifesto del disco, “Maddalena”, nome che rimanda al grande equivoco storico nato in tempi lontani e perpetuato ancora oggi, fondamento del pensiero misogino e patriarcale: Maddalena è la peccatrice, Lilith, il corpo femminile che da scandalo, la strega da mandare al rogo. Introdotto da sonorità notturne, il brano si sviluppa in un inaspettato e provocatorio fraseggio rap con cui Arisa rivendica il diritto a essere donna, guerriera, libera, contro ogni stigma, contro quel destino di sottomissione riservatole dall’uomo: “Non mi inginocchio al seme sacro/farò di me il mio simulacro/sparo ai padroni come Django/baby la lupa esce dal branco”.
Questa carnalità, questo insistere sul corpo inizia a mutare di segno e giungere a una sorta di spiritualità presente in alcuni brani come “Licantropo” o “L’Arca di Noè”. Proprio “Licantropo” è una traccia “spartiacque” del disco, che prelude all’orizzonte sentimentale delle canzoni successive. Avvolto da sonorità pop tardo-anni ’80, il pezzo è una riflessione sul senso di precarietà dell’esistenza, sull’importanza di amarsi gli uni con gli altri perché tutti “siamo esseri creati, siamo polvere di stelle”. Mentre L’arca di Noè, traccia che non a casa chiude l’album, è una sweet ballad chitarra, pianoforte e voce scritta durante i momenti più duri della pandemia da Covid-19 che racconta di un amore messo in salvo dalla fine del mondo.
Nel mezzo, le canzoni d’amore, tinte di amarezza e nostalgia. A partire da “Cuore”, brano di grande intensità che sa di pioggia autunnale, in cui la placida malinconia del dialogo fra pianoforte, archi e arpeggi di chitarra fa librare in volo l’inconfondibile voce di Arisa, che si alza sopra le nuvole e sopra tutti noi. Romanticismo amaro e nostalgico è anche quello di “La casa dell’amore possibile”, ancora una ballata sognante che mette a fuoco, in una storia d’amore, il rimpianto per ciò che poteva essere e non è stato e non sarà mai più. Lo stesso di “Ortica”, secondo singolo che ha anticipato il disco – di cui fa parte anche “Potevi fare di più”, il brano di Gigi D’Alessio interpretato da Arisa a Sanremo 2021 – una canzone che parla d’amore attraverso un intimo e poetico testo in napoletano e in italiano. Un amore intenso che quando finisce si lascia dietro un dolore simile al bruciore provocato dal contatto con le foglie dell’ortica.
Angela Tangorra