È stato un appunto dettagliato sulle condizioni di salute di Matteo Messina Denaro, scritto dalla sorella Rosalia e da lei nascosto nell’intercapedine di una sedia, a dare agli investigatori l’input che ha portato, il 16 gennaio scorso, all’arresto del capomafia. Il particolare emerge dall’inchiesta del procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dell’aggiunto Paolo Guido che oggi ha portato all’arresto per associazione mafiosa di Rosalia Messina Denaro. “Ciò dimostra – si legge nella misura cautelare- che la donna era stata passo passo informata dal latitante della scoperta della malattia e di tutti i successivi interventi chirurgici, avendo avuto probabilmente più volte occasioni per incontrarlo di persona e sincerarsi delle sue condizioni di salute”.
Emergono dettagli su alcuni pizzini scambiati tra i da due fratelli: è emerso come Rosalia eseguisse alla lettera gli ordini del boss che le spiegava anche con dei disegni, passo passo, come mantenere i contatti con i suoi uomini, come accertare la presenza di eventuali telecamere degli investigatori e distruggerle e quali segnali lanciare nel caso in cui temesse la presenza degli inquirenti. “Nel caso di Condor c’è qualcosa che non va, devi mettere questo segnale che ti allego al disegno 1. Conosci il posto. Metti a stendere uno straccio o più stracci, il colore non importa, io li ho dipinti di blu, ma può essere di qualsiasi colore” spiegava il capomafia alla donna in un pizzino.
Un’altra “lettera” è stata spedita il 15 marzo 2022, si intitola “Un abbraccio a tutti” ed è tra quelle allegate alla misura disposta dal gip: nella missiva Denaro parla della figlia Lorenza: “[…]E’ l’ambiente in cui cresci che ti forma, e lei è cresciuta molto male. Lorenza è degenerata nell’infimo, le altre ragazze di cui so sono tutte cresciute onestamente. Ma va bene cosi’, non ho più nulla da recriminare”.
In un altro pizzino ritrovato “egli definiva la donna (e con lei l’intera associazione} “perseguitati, sopraffatti da uno Stato prima piemontese e poi romano che non riconosciamo”, concludendo che “incriminati di mafiosità è un onore”. Uno scritto che “rappresenta davvero un manifesto di Cosa nostra e al contempo una chiamata in correità dei protagonisti (cioè la destinataria diretta, Rosalia, e quelli indiretti, cioè l’altra sorella Patrizia e il nipote Francesco).
Rosalia Messina Denaro era indicata nei pizzini “Fragolone”, il nome utilizzato dal fratello Matteo per impedire che potesse essere identificata nel caso i suoi scritti venissero ritrovati. Ma di nomignoli sono ricchi i pizzini dell’ex latitante: i nominativi più utilizzati erano “Fragolone” “Fragolina” “Condor” “Ciliegia”, “Reparto”, “Parmigiano”, “Malato” “Complicato”, “Mela”.
Michela Lopez