Momenti di forte tensione ieri alla Camera durante la discussione sulla riforma dell’autonomia differenziata. A farne le spese è stato il deputato del Movimento 5 Stelle, Leonardo Donno, colpito da un pugno e caduto a terra mentre stava cercando di dare una bandiera tricolore al ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli. In quel momento è nato un parapiglia domato a fatica dai commessi di Montecitorio. Subito dopo Donno è stato portato via dall’aula in carrozzina e sottoposto a un elettrocardiogramma. A colpirlo, secondo il suo racconto, sarebbe stato il deputato leghista, Igor Iezzi.
“Ho preso un pugno che mi ha sfiorato la faccia dal deputato Iezzi, altri ci hanno provato come Mollicone, Candiani”, ha raccontato Donno, “Poi sono arrivati tanti altri, i commessi…io sono crollato, sentivo male al petto e facevo fatica a respirare. Di sicuro mi sono spaventato, ma per fortuna ora sto bene, mi hanno fatto un elettrocardiogramma e sto bene”. “Non c’era nessuna violenza da parte mia, tant’è che il ministro ha solo indietreggiato”, ha aggiunto Donno.
Di tenore opposto la ricostruzione di Iezzi ai microfoni di Radio 24. “Ho provato a dare cazzotti, ma non l’ho colpito”, ha spiegato. “Donno”, ha aggiunto Iezzi, “ha tentato di aggredire Calderoli e ho reagito. Io mi allontano e lui dopo cade come una pera. Andrebbe condannata la sua sceneggiata. Pentirsi? È una reazione non giustificata, ma causata da un motivo”.
Diversi deputati hanno immortalato la scena e commentato l’accaduto. Per il gruppo di Fratelli d’Italia e della Lega la rissa è stata innescata dalla provocazione di Donno di consegnare al ministro delle Autonomie, Calderoli. Per le opposizioni, invece, non c’era alcuna violenza nel gesto del deputato pentastellato.
Vincenzo Murgolo