Un barcone con a bordo decine di migranti si è rovesciato al largo delle coste libiche: 30 dispersi e 17 in salvo è il primo bilancio della Guardia Costiera. Secondo Mediterranea Saving, l’Italia aveva assunto il coordinamento Sar e dato istruzioni di intervenire a tre navi mercantili, che invece ‘si sono limitate a osservare per 24 ore’ (come da regolamento). E’ l’allarme lanciato dall’ong Alarm Phone, creata da una rete di attivisti. Dure le accuse all’Italia, che avrebbe rallentato i soccorsi. In zona, una nave mercantile monitora la situazione e avrebbe preso a bordo i superstiti. Ma non sono state inviate le navi militari presenti nel Mediterraneo. E’ in atto un rimpallo di responsabilità con la Libia. L’imbarcazione è naufragata a 120 miglia dalla costa libica. Nessun mezzo è stato inviato da Tripoli, cui spetterebbe la competenza. Qualche ora fa, Alarm Phone ha lanciato un messaggio su Twitter. E’ la sintesi delle ennesime ore drammatiche, in cui la corsa contro il tempo potrebbe non bastare: “Abbiamo perso i contatti con le 47 persone e siamo molto preoccupati! La cosiddetta guardia costiera libica ci ha detto che le autorità italiane avrebbero coordinato i soccorsi ma non danno alcuna informazione. Le persone devono essere salvate e portate in salvo in Europa ora”. Il timore è che i naufraghi tornino in Libia o Tunisia, dove li attendono condizioni disumane.
Michele Paldera