Preparazione “lacunosa” e insufficiente”, le troppe assenze non hanno permesso che acquisisse il “metodo di studio”. Per questi motivi una bambina di sette anni è stata bocciata in seconda elementare, in una scuola di Bari. Gli insegnanti ammettono che nel “secondo quadrimestre la bambina ha conseguito voti buoni e anche ottimi” in più di una materia ma complessivamente non è stato ritenuto sufficiente, considerato il numero elevato di assenze. La famiglia, dunque, ha presentato ricorso al Tar, chiedendo “l’annullamento, previa sospensiva, del verbale del 17 giugno 2022 del consiglio dei docenti con cui è stata deliberata la non ammissione alla classe terza e di ogni altro atto compresi i giudizi individuali e collegiali dei docenti che hanno deliberato» la bocciatura della giovanissima allieva. La scuola si difende spiegando che non si tratterebbe di una punizione, ma di un percorso che – nonostante gli insegnanti abbiano sostenuto la bambina durante l’anno scolastico – non ha portato a risultati sufficienti, probabilmente anche perché la piccola ha iniziato con anticipo la scuola primaria.
Gli avvocati Giacomo e Roberta Valla, che difendono la famiglia davanti ai giudici amministrativi pugliesi, spiegano che “nulla lasciava presagire una situazione di irrecuperabile carenza. I ricorrenti non sono mai stati messi al corrente della presunta gravità della situazione riferita al grado di apprendimento della minore”. Anzi, quando all’inizio dell’anno i genitori sono stati invitati ad affiancare la bambina per i compiti a casa, questi hanno immediatamente provveduto. I legali fondano il ricorso sul contrasto “con la specifica normativa prevista in tema di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo di istruzione” secondo cui “le alunne e gli alunni della scuola primaria sono ammessi alla classe successiva e alla prima classe di scuola secondaria di primo grado anche in presenza di livelli di apprendimento parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione”. E aggiungono che “i docenti della classe in sede di scrutinio, con decisione assunta all’unanimità, possono non ammettere l’alunna o l’alunno alla classe successiva solo in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione”.
La parola passa ora al Tar che ha fissato l’udienza al 27 luglio.
Stefania Losito