Avrebbero rubato per nove anni farmaci e dispositivi medico-chirurgici destinati ai malati di cancro in cura all’Irccs Giovanni Paolo II di Bari. La polizia ha eseguito ieri, per ordine della Procura barese, sei misure cautelari nei confronti di dipendenti ed ex dipendenti dell’Ospedale oncologico.
Le misure, un’interdizione dai pubblici uffici, un obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria, 4 divieti di dimora nel comune di Bari, emesse dal Gip, costituiscono l’epilogo di una indagine iniziata nel 2020 dopo la denuncia da parte di una dipendente dell’Irccs che, nel 2021, aveva portato a perquisizioni e sequestri di ingenti quantità di presidi medico-ospedalieri di appartenenza del nosocomio e, dunque, pubblica.
L’attività d’indagine, svolta dal personale della Polizia di Stato in servizio presso la Sezione di P.G. e coordinata dalla Procura di Bari, attraverso l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali audio/video all’interno dei locali del reparto di Oncologia Medica dell'”Oncologico” di Bari, anche grazie alla collaborazione dei dirigenti del IRCCS, ha portato alla luce un singolare “magazzino di rifornimento gratuito” di medicinali e presidi medico-chirurgici a completa disposizione del personale (in servizio e non) del nosocomio.
La diffusa attività di sottrazione di farmaci e presidi medici (farmaci di ogni genere, siringhe, flebo, cateteri, Port-a-Cath, garze, pannoloni, traverse, ecc.) era finalizzata ad alimentare l’attività domiciliare “in nero” (prelievi del sangue, medicazioni, somministrazione di flebo ecc.) svolta quotidianamente dai destinatari delle misure, tra cui anche ex dipendenti in quiescenza, che con la complicità e collaborazione del personale in servizio, sottraevano dall’interno degli armadi dell’infermeria e dai depositi del reparto di “oncologia medica”, farmaci e dispositivi medico-chirurgici destinati agli ammalati oncologici.
Il sistema monitorato ha permesso di rilevare una situazione stratificata nel tempo e risalente in alcuni casi al 2014, suscettibile, quindi, di durare sine die in assenza di un energico intervento repressivo, atteso il diffuso disinteresse documentato da parte del personale per legge tenuto alla corretta custodia di questi beni (sovente coinvolto nel successivo smercio a fini di lucro della refurtiva).
Parte dell’ingente materiale sequestrato, trafugato dai locali del nosocomio e accumulato in depositi “casalinghi”, è stato già donato ad associazioni di volontariato – Soc. Coop. Aliante, Ente Assistenziale SER Bari, Emporio della Salute – operanti sul territorio barese, in favore di persone indigenti.
Stefania Losito