
E’ il report della fondazione Aletheia: le abitudini alimentari scorrette costano all’Italia 12 miliardi l’anno
Bevande e snack fanno parte delle abitudini alimentari quotidiane dei bambini di tutto il mondo, con una spesa che va oltre i due miliardi di dollari. Non è un fenomeno lontano da noi, ma riguarda anche l’Italia, dove oltre la metà dei bimbi consuma snack dolci più di tre volte a settimana, mentre più di uno su dieci mangia regolarmente snack salati e uno su quattro beve quotidianamente bibite zuccherate. Frutta e verdura sono assenti dalla dieta giornaliera di un quarto dei ragazzi, e la colazione sta progressivamente scomparendo dalle loro abitudini: il 10,9% la salta del tutto e un bambino su tre la consuma in modo non adeguato.
È quanto emerge dal nuovo rapporto ‘Cibo e bambini’, presentato dalla fondazione Aletheia, dove viene evidenziato
come nel nostro Paese il 9,6% dei bambini e adolescenti tra i 5 e i 19 anni versa in condizione di obesità, mentre il 27,3% risulta in sovrappeso. Questi dati evidenziano la diffusione di abitudini alimentari rischiose con impatti crescenti sulla salute delle nuove generazioni: investire nella prevenzione diventa quindi cruciale, partendo dalle mense scolastiche che devono diventare il primo presidio a promuovere stili di vita sani.
Quattro bambini europei delle scuole primarie su 10, infatti, hanno accesso quotidiano a un pasto scolastico gratuito o sovvenzionato, percentuale che sale al 61% nei Paesi ad alto reddito.
Gli investimenti pubblici in programmi di alimentazione scolastica a livello mondiale hanno raggiunto nel 2023 i 48 miliardi di dollari, con un aumento di 5 miliardi rispetto al 2020. Solo nell’Unione Europea, la spesa supera i 12 miliardi di euro all’anno, interessando oltre 25 milioni di bambini e adolescenti.
“La scuola è un luogo fondamentale in cui diffondere comportamenti alimentari corretti, ridurre le disuguaglianze e
arginare abitudini scorrette – sottolinea Riccardo Fargione, direttore della fondazione Aletheia – studi internazionali dimostrano che ogni dollaro investito in mense scolastiche nei Paesi a medio e basso reddito genera un ritorno economico e sociale 17 volte superiore. Questo dimostra quanto tali investimenti possano rappresentare una leva efficace anche per i sistemi sanitari dei Paesi sviluppati, come l’Italia, che devono far fronte all’aumento delle patologie croniche tra i giovani dovute ad alimentazioni sbagliate che costano al nostro Paese 12 miliardi l’anno”.
Stefania Losito