Sei tra dirigenti ed ex dirigenti dell’ex Ilva di Taranto saranno processati il prossimo 2 ottobre con l’accusa di omicidio colposo per la morte di un bambino, Lorenzo Zaratta, avvenuta a causa di un tumore al cervello il 30 luglio 2014. Si tratta dell’ex direttore del siderurgico tarantino, Luigi Capogrosso, dell’ex responsabile dell’area parchi minerali, Marco Andelmi, del capo dell’area cokerie, Ivan Di Maggio, del responsabile dell’area altiforni, Salvatore De Felice, e dei responsabili delle due acciaierie, Salvatore D’Alò e Giovanni Valentino. Lo ha deciso la Corte d’Appello di Lecce, accogliendo il ricorso presentato dalla Procura e dai familiari del piccolo contro la sentenza di non luogo a procedere del giudice per l’udienza preliminare del 12 luglio 2022.
Gli imputati, secondo l’accusa, avrebbero consentito “la dispersione di polveri e sostanze nocive” con condotte che avrebbero contribuito a provocare “una grave malattia neurologica al piccolo”. In particolare sarebbe stata consentita “la dispersione di polveri e sostanze nocive provenienti dalle lavorazioni”, “omettendo l’adozione delle misure di prevenzione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali”. Condotte che avrebbero contribuito a provocare “una grave malattia neurologica” al piccolo Lorenzo “che assumeva le sostanze velenose durante il periodo in cui era allo stato fetale”, sviluppando così una “malattia neoplasica che lo conduceva alla morte”. Nei confronti di altri due imputati, per i quali è stato riconosciuto un errore nei capi di imputazione, non è stato presentato ricorso
Vincenzo Murgolo