Le aziende più piccole sono più agili, le medie quelle più aperte
Boomer e GenX più aperti al cambiamento dei nati dopo il 1996, cioè la Gen Z e i Millenial, più digitali ma meno flessibili. Emerge dai dati dell’Osservatorio SmartiveMap, società dedicata alla trasformazione digitale, che ha coinvolto 28.000 persone. Zoomer e Millennial tendono a considerare la tecnologia e le competenze digitali come aspetti scontati della vita quotidiana, e trascurano l’importanza delle dinamiche relazionali e del confronto diretto, al contrario dei nati fino al 1996.
A proposito di realtà aziendali, dall’Osservatorio risulta anche che le imprese più piccole tendono a eccellere nelle competenze digitali, grazie alla loro agilità, mentre le medie sono quelle più aperte al cambiamento. Le grandi aziende devono affrontare sfide più complesse sia in termini di competenze digitali sia di apertura al cambiamento, richiedendo strategie più strutturate per colmare i gap e favorire una cultura più adatta alle sfide correnti.
“L’Italia sta migliorando rispetto all’Osservatorio del 2022, ma siamo appena sopra la sufficienza rispetto allo Smartive Index: su una scala da 0 a 100, un’organizzazione diventa ‘smartive’ quando possiede uno Smartive Index medio superiore a 80, e attualmente nel nostro Paese ci attestiamo a 61” spiega Francesca Montemagno, founder e ceo di Smartive. “La sfida principale per lo sviluppo e la formazione manageriale – prosegue – è quella di fornire le competenze digitali necessarie, insieme alla flessibilità e alla mentalità innovativa per navigare l’ecosistema che risulta
fisiologicamente in continua evoluzione”.
Stefania Losito