Non ci sono gol da ricordare o partite epiche da raccontare: Jean – Marc Bosman è stato il primo calciatore consegnato alla storia per una sentenza. Il 15 dicembre 1995 la Corte di Giustizia europea accettò il suo ricorso e abolì il limite di tre stranieri per squadra, provenienti dall’Unione Europea. Fu un’autentica rivoluzione. Trent’anni dopo, è tornato sulla scena con un libro dal titolo “La mia lotta per la liberta”. Una battaglia pagata a caro prezzo perché la sua carriera ne ha risentito. Nel corso di una intervista a l’Equipe ha ammesso di vivere con una pensione da duemila euro al mese. Dopo quella pronuncia, ha praticamente smesso di giocare. Poca solidarietà e ancor meno contratti, nonostante fossero stati il sindacato spagnolo dei calciatori e l’Unione Nazionale Calciatori Professionisti Francesi a garantirgli i fondi per le spese legali. Il centrocampista del Milan Adrien Rabiot gli ha offerto sostegno economico versando sul suo conto corrente diecimila euro. Bosman ha raccontato che una sera ha ricevuto una chiamata dalla mamma – agente di Rabiot, con cui gli comunicava che avrebbe fatto qualcosa di concreto. Meno solidali i calciatori europei, gli stessi che oggi sono liberi di cambiare maglia e firmare contratti milionari per effetto di quell’evento epocale. La raccolta fondi cui hanno aderito ha prodotto 45mila euro. Circa 64centesimi per ogni calciatore professionista d’Europa.
