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Braccio di ferro tra Emiliano e la commissione Antimafia: il governatore pugliese rinvia per due volte l’audizione

Non si sottrae all’audizione ma la rinvia, offrendo le proprie date come disponibili. Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, convocato in Commissione parlamentare Antimafia per essere ascoltato sulle vicende non solo giudiziarie che gravitano attorno alle inchieste che hanno portato a oltre cento arresti, a più riprese, in Puglia e a Bari in particolare, ha chiesto un rinvio. Il secondo, per la precisione. La segretaria del Pd Elly Schlein chiarisce che il governatore dem certamente andrà in Commissione e certamente risponderà alle domande ma la data dell’audizione del governatore dem della Puglia in antimafia è un nuovo terreno di scontro tra maggioranza e opposizione, fino a un braccio di ferro tra Michele Emiliano e la commissione parlamentare. In una lettera già indirizzata agli uffici della stessa commissione parlamentare lo scorso 24 aprile, Emiliano ne chiede lo slittamento, affinché quella data non coincida con i giorni legati alle votazioni della mozione di sfiducia nei suoi confronti in consiglio regionale, tra il 7 e il 9 maggio.
È quanto basta per scatenare reciproche polemiche e sospetti politici. Dopo averne discusso in ufficio di presidenza, alcuni suoi membri avvertono: “Emiliano non può esimersi dal venire in audizione”. E la commissione – presieduta da Chiara Colosimo – decide di anticipare la data al 2 maggio, dunque qualche giorno prima del dibattito sulla mozione al consiglio pugliese. Senza entrare nel merito – a quanto si apprende da fonti della commissione – si è deciso che la mancata convocazione in tempi brevi avrebbe potuto creare un precedente ritenuto “inaccettabile”, mettendo i lavori dell’Antimafia sullo stesso piano di questioni e polemiche politiche. Pronta la replica di Emiliano in una lettera indirizzata a Colosimo in cui comunica la sua sua “indisponibilità” per quella data, dicendosi pronto ad essere ascoltato “in ogni momento dal 10 al 30 maggio”, dunque dopo la conclusione del dibattito sulla fiducia. Da fonti vicine alla Colosimo trapela che la presidente “prende atto del fatto che Emiliano scelga da solo la data delle audizioni e stabilisca le priorità in base alle sue esigenze politiche”. Il governatore aveva già in precedenza specificato di aver “inviato una lettera per evitare la strumentalizzazione dell’atto istruttorio parlamentare con l’attività del consiglio regionale”, smentendo le accuse avanzate da alcuni parlamentari della maggioranza su una sua eventuale volontà di sottrarsi all’audizione. Il Governatore aveva sottolineato di aver scritto nella lettera che “la serenità della importantissima seduta di consiglio regionale va assicurata anche con la collaborazione dell’Antimafia il cui scopo, questo lo so bene, non è certo quello di amplificare la polemica politica connessa alla discussione della mozione di sfiducia. Come per ogni soggetto terzo, la commissione non solo deve essere terza (e nessuno dubita di ciò), ma deve anche apparire tale”.
Di contro, il capogruppo di FdI in commissione Riccardo De Corato fornisce invece la sua versione del presunto retroscena: “A parlare di ‘inopportunità politica’ è stato lo stesso Emiliano mercoledì scorso agli uffici della commissione, presentando poi la lettera. Noi non possiamo che registrare tutto ciò. Questa stessa sintesi è poi emersa, tra i vari componenti e non solo di FdI, in ufficio di presidenza della commissione”. De Corato aggiunge poi che “attraverso le interlocuzioni tra Emiliano e gli uffici della commissione in questi giorni è emerso che Colosimo gli aveva chiesto di anticipare l’audizione prima della mozione di sfiducia in consiglio regionale, ma lui si è detto contrario. Emiliano è stato ora convocato per il 2 maggio. Se non dovesse venire, decideremo cosa fare in ufficio di presidenza”.
Dura la reazione del Partito democratico, che contrattacca: “L’Antimafia viene usata dai commissari della maggioranza come una clava e a fini elettoralistici. Il presidente della Puglia aveva solo fatto presente, giustamente, l’opportunità di non far coincidere l’audizione con i giorni delle sedute del consiglio regionale sulla mozione di sfiducia presentata dalle destre. Questi signori hanno accusato Emiliano di non voler essere audito. Bene, l’audizione è stata fissata sei giorni prima del consiglio regionale. Qualcuno di questi signori dovrebbe chiedere scusa, dubitiamo che lo faranno”, avevano sostenuto Walter Verini, capogruppo dem in Antimafia e Anthony Barbagallo, segretario della commissione, prima che il governatore annunciasse la sua disponibilità solo dopo il 10 maggio.

Stefania Losito

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