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Caso Boccia, Sangiuliano scrive a Meloni: “Dimissioni irrevocabili”. Al suo posto Alessandro Giuli

Nella chat dei ministri, Sangiuliano li congeda commosso: “In lacrime vi abbraccio tutti”

Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano si è dimesso, dopo che la vicenda dell’imprenditrice 41enne di Pompei, Maria Rosaria Boccia, presunta consulente del Ministero della Cultura, da lui nominata e diventata sua amante, ha creato non pochi grattacapi a lui e al governo: le dimissioni irrevocabili le ha comunicate in una lettera alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Ti ringrazio per avermi difeso con decisione, per aver già respinto la prima richiesta di dimissioni, e per l’affetto che ancora una volta mi hai testimoniato”, scrive il ministro della Cultura nella lettera. L’aveva già ringraziata due giorni fa nell’intervista al Tg1 con il direttore Chiocci, concordata probabilmente proprio con la premier per chiarire. Anche il giorno prima il ministro aveva presentato le sue dimissioni ma la Meloni le aveva rigettate.

“È in gioco la mia onorabilità e giudico importante poter agire per dimostrare la mia assoluta trasparenza e correttezza, senza coinvolgere il governo”, prosegue Sangiuliano. 

Sono fiero dei risultati raggiunti sulle politiche culturali in questi quasi due anni di governo”, scrive il ministro Sangiuliano nella lettera di dimissioni, elencando i principali obiettivi ottenuti, dall’apertura dei musei durante le ferie alle grandi mostre. “Questo lavoro – sottolinea Sangiuliano – non può essere macchiato e soprattutto fermato da questioni di gossip. Le istituzioni sono un valore troppo alto e non devono sottostare alle ragioni dei singoli. Io ho bisogno di tranquillità personale, di stare accanto a mia moglie che amo, ma soprattutto di avere le mani libere per agire in tutte le sedi legali contro chi mi ha procurato questo danno, a cominciare da un imminente esposto alla Procura della Repubblica, che intendo presentare”.

Già nelle scorse ore il ministro dimissionario aveva dichiarato in una nota ufficiale di essere “lieto di apprendere che la
Corte dei conti stia valutando la possibilità di aprire un fascicolo sulla vicenda che mi riguarda”. “In tal modo – aveva scritto – avrò la possibilità di chiarire tutto e dimostrare che non sono stati spesi fondi pubblici né un euro del Ministero è stato utilizzato per viaggi e trasferimenti della signora Maria Rosaria Boccia”.

Probabilmente sulla decisione di Sangiuliano ha inciso anche la strategia del suo legale, Silverio Sica, che stamani aveva detto: “Le dimissioni? Se dovessi esprimere un’opinione assolutamente personale direi che il ministro potrebbe recuperare la sua libertà di azione in questo momento rispetto a una bagarre politica di questo tipo tornando a essere
un libero cittadino”.

Fatto sta che la decisione è certamente conseguente all’intervista rilasciata in esclusiva a La Stampa dall’imprenditrice in cui racconta che “il ministro è ricattato” da persone che avrebbero ottenuto da lui “agevolazioni”. Su questo il ministro ha annunciato che avrebbe querelato Boccia.

“Morto” un ministro se ne fa un altro.

Il Presidente della Repubblica Mattarella ha accettato le dimissioni di Sangiuliano e, con lo stesso decreto, su proposta del Presidente del Consiglio, è stato nominato Ministro della cultura, Alessandro Giuli, che è in procinto di giurare.

Nella chat dei ministri, Sangiuliano li congeda commosso: “In lacrime vi abbraccio tutti”.

LA LETTERA DI DIMISSIONI – “Caro Presidente, cara Giorgia, dopo aver a lungo meditato, in giornate dolorose e cariche di odio nei miei confronti da parte di un certo sistema politico mediatico, ho deciso di rassegnare in termini irrevocabili le mie dimissioni da Ministro della Cultura. Ti ringrazio per avermi difeso con decisione, per aver già respinto una prima richiesta di dimissioni e per l’affetto che ancora una volta mi hai testimoniato. Ma ritengo necessario per le Istituzioni e per me stesso di rassegnare le dimissioni.
Come hai ricordato di recente, stiamo facendo grandi cose, e lo dico come comunità politica e umana alla quale mi sento di appartenere. Sono fiero dei risultati raggiunti sulle politiche culturali in questi quasi due anni di Governo. A partire dall’aver messo fine alla vergogna tutta italiana dei musei e dei siti culturali chiusi durante i periodi di ferie, aver
incrementato in appena un anno il numero dei visitatori dei musei (più 22 per cento) e gli incassi degli stessi (più 33 per cento). A dicembre a Milano aprirà palazzo Citterio acquistato dal ministero nei primi anni Settanta e poi rimasto inutilizzato per decenni. Sono ben avviati grandi progetti come l’ex Albergo dei Poveri di Napoli, l’ampliamento degli Uffizi in altre sedi e l’investimento per la Biennale di Venezia.
Per la prima volta in Italia sono state organizzate grandi mostre su autori e personaggi storici che la sinistra aveva
ignorato per ragioni ideologiche. Sono consapevole, inoltre, di aver toccato un nervo sensibile e di essermi attirato molte inimicizie avendo scelto di rivedere il sistema dei contributi al cinema ricercando più efficienza e meno sprechi.
Questo lavoro non può essere macchiato e soprattutto fermato da questioni di gossip. Le Istituzioni sono un valore troppo alto e non devono sottostare alle ragioni dei singoli. Io ho bisogno di tranquillità personale, di stare accanto a mia moglie che amo, ma soprattutto di avere le mani libere per agire in tutte le sedi legali contro chi mi ha procurato questo danno, a cominciare da un imminente esposto alla Procura della Repubblica, che intendo presentare.
Qui è in gioco la mia onorabilità e giudico importante poter agire per dimostrare la mia assoluta trasparenza e correttezza, senza coinvolgere il Governo. Mai un euro del ministero è stato speso per attività improprie. L’ho detto e lo dimostrerò in ogni sede. Non solo. Andrò fino in fondo per verificare se alla vicenda abbiano concorso interessi diversi e agirò contro chi ha pubblicato fake news in questi giorni”. 

Stefania Losito

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