Il caso Cospito adesso imbarazza il centrodestra al Governo. In Aula a Montecitorio, ieri, Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d’Italia e vicepresidente del Copasir (il Comitato parlamentare per la sicurezza che controlla il lavoro dei servizi segreti, ndr), attacca il Pd (“Stanno con lo Stato o terroristi?”) tanto da convincere il presidente della Camera Lorenzo Fontana a convocare il Giurì d’onore per esaminare l’accaduto, con il ministro della Giustizia Nordio che dovrà riferire all’Assemblea. La bagarre, in aula, nasce sul caso di Alfredo Cospito, l’ anarchico in sciopero della fame per il quale il Guardasigilli Carlo Nordio ha confermato il 41-bis, il cosiddetto carcere duro per terroristi e mafiosi. Durante l’esame del progetto di legge per istituire la Commissione Antimafia prende la parola Donzelli, a proposito del 41-bis, e attacca Cospito che definisce ‘un influencer’ usato dalla mafia per convincere il governo a togliere la misura del carcere duro. Poi, riferisce di alcune conversazioni che l’anarchico avrebbe avuto in carcere con vari boss: dall’esponente della ‘ndrangheta Francesco Presta “killer di rara freddezza” a Francesco Di Maio del clan dei Casalesi. “Presta – racconta Donzelli – lo esortava: devi mantenere l’andamento, vai avanti. E Cospito rispondeva: fuori non si stanno muovendo solo gli anarchici, ma anche altre associazioni. Adesso vediamo che succede a Roma”. Quindi il boss rispondeva: “Sarebbe importante che la questione arrivasse a livello europeo e magari ci levassero l’ergastolo ostativo”. Donzelli non si ferma e racconta che il 12 gennaio, Cospito abbia ricevuto la visita in
carcere dei Dem Debora Serracchiani, Walter Verini, Silvio Lai e Andrea Orlando. E, nel rendere noto il fatto, mentre il
presidente di turno Rampelli gli ricorda che il tempo dell’intervento è finito, grida tra gli applausi dei suoi: “Voglio sapere se questa sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi con la mafia!”. In un’intervista successiva, l’onorevole Verini racconterà che è stato in carcere, “com’è dovere dei parlamentari”, per verificare le condizioni lamentate dal detenuto. da qui, le richieste di dimissioni di Donzelli che avrebbe rivelato in ogni caso informazioni riservate e lo stesso Federico Fornaro (Pd) chiede come mai il deputato FdI sia in possesso di documenti riservati come le intercettazioni in carcere ipotizzando che forse sia per il suo ruolo nel Copasir. L’ex ministro Orlando chiarisce come sia stato lui a firmare il decreto che ha istituito la Procura nazionale antiterrorismo e come sia stato sempre lui a far “approvare l’ultima versione del codice antimafia”. Quindi rimarca come, subito dopo la visita in carcere a Cospito, abbia rilasciato un’intervista a “Il Manifesto” dal titolo: “Salviamogli la vita, ma il 41-bis resta”. Enrico Letta chiede “piu’ rispetto”. Giuseppe Provenzano invita Donzelli a “vergognarsi”. Cuperlo parla di parole “offensive e false”. Serracchiani iscrive il gruppo Pd a parlare su emendamenti, articoli e ordini del giorno del ddl “perche’ e’ fondamentale che, a questo punto, si approfondisca il tema dell’antimafia”. Il dibattito va avanti ore. Donzelli smentisce che il documento sia arrivato dal Copasir e che sia segreto, spiegando anche lui in un’intervista al Corriere della sera: “Non ho divulgato intercettazioni ma ho parlato di quanto riportato in una relazione al ministero di Giustizia di cui, in quanto parlamentare, potevo conoscere il contenuto. non ho violato segreti”, si difende. “Non mi hanno dato nessun documento riservato. Volendo approfondire la vicenda Cospito, ho chiesto notizie dettagliate al sottosegretario
Andrea Delmastro”. Con Delmastro il deputato condivide la casa come coinquilino.
In Aula, prosegue, “io ho chiesto solo ai parlamentari del Pd di essere chiare sul tema del 41 bis e nello specifico di Cospito al 41 bis. Loro balbettano. Usciti dal carcere, hanno detto che la pena deve essere umana. Ma Cospito non patisce alcun trattamento disumano. Si scusino loro. Con gli italiani. Cospito sta facendo una battaglia per tutti i detenuti che vivono il suo stesso regime carcerario e i mafiosi fanno il tifo per lui”. Provenzano ribatte che un’informativa del Dap, il Dipartimento di amministrazione penitenziaria, è “nell’esclusiva disponibilità del ministro della Giustizia”. Enrico Costa (Azione), critica chi definisce il 41-bis come “un segnale da dare anche a chi protesta”. FdI
difende Donzelli, che sembra si sia sentito piu’ volte con Giorgia Meloni, descrivendolo scosso dalle minacce arrivate alla deputata Chiara Colosimo (FdI). Ma la polemica non si placa. L’unico a prendere il qualche modo le difese di Donzelli è Salvini, gelo arriva da Forza Italia.
Alla fine il dibattito dura 10 ore e il ddl che istituisce la Commissione Antimafia passa praticamente all’unanimità. Ma il
clima resta teso. Il Giuri’ d’onore deve fare la sua indagine e il Guardasigilli deve dire la sua.
SERRACCHIANI ANNUNCIA QUERELA – “Io agiro’ in tutte le sedi perche’ e’ stata lesa li’onorabilita’ dei deputati del gruppo del Pd, ma anche la mia personale di altri colleghi che hanno espletato un diritto riconosciuto nell’esercizio delmandato, quello di far visita ai detenuti in carcere”. Cosi’ Deborah Serracchiani, capogruppo dem alla Camera, torna, in un’intervista alla ‘Stampa’, sulla visita ad Afredo Cospito, sollevata in Aula dal deputato di FdI Giovanni Donzelli. “Ci sono piu’ aspetti quello politico e quello giudiziario. Sul piano politico, agiremo in base al regolamento portando il caso di fronte un giuri’ d’onore e ascoltando oggi il ministro in Aula. Ma ci sono pure gli aspetti giudiziari: io valutero’ se vi siano le condizioni per procedere penalmente, ritenendo le parole di Donzelli lesive della mia persona, reputazione e onorabilita’”.
“Inoltre e’ emersa un’altra questione dirimente – aggiunge – nelle dichiarazioni fatte in modo circostanziato in Aula da
Donzelli sembrerebbe che siano state usate informazioni confidenziali acquisite verosimilmente tramite attivita’ di
intelligence o intercettazioni su detenuti in regime di 41 bis. Documenti e informazioni che nell’interesse e per la sicurezza nazionale dovrebbero essere nella disponibilita’ esclusiva del direttore del Dap e del Guardasigilli”. Serracchiani spiega di aver fatto voisita a Cospito “per ragioni umanitarie, per verificare se il carcere di Sassari fosse idoneo a prestare le cure necessarie”. “Dopo aver parlato con i dottori, abbiamo chiesto al ministro Nordio se, viste le sue condizioni di salute, Cospito potesse essere trasferito in un altro carcere. Cosa che poi e’ avvenuta. Come spiegato il giorno della visita non abbiamo mai messo in dubbio l’applicazione del 41 bis”. “Il coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia Donzelli, molto vicino al premier, con inaudita violenza ha attaccato l’opposizione diffamandola con insinuazioni pesanti usando quel materiale come un manganello sulla testa degli avversari politici – conclude -. Io non posso non credere che Meloni non sappia nulla o che non senta la necessita’ di dissociarsi come ha fatto il ministro Nordio, che ha definito corretto il comportamento dei parlamentari del Pd”.
DONZELLI NON SI DIMETTE DAL COPASIR – “Se avessi mai io, o qualsiasi componente del Copasir dovesse rivelare delle informazioni ottenute grazie al proprio ruolo nel Copasir, durante le sedute del Copasir o studiando i documenti del Copasir lo dovesse rivelare all’esterno farebbe bene a dimettersi. Ma non e’ questo il caso perche’ non c’entra nulla. E’ evidente come sono andate le cose”, la replica di Donzelli ad Agorà Rai Tre alla domanda se si dimetterà dal Copasir.
Stefania Losito