Le piccole e medie imprese italiane rendono il Paese leader in Europa per numero di lavoratori occupati, fatturato e valore aggiunto per l’economia. Si tratta di realtà con meno di 250 dipendenti che, al Sud in particolare, creano uno straordinario serbatoio di lavoratori. A segnalarlo è l’Ufficio studi della CGIA, l’associazione artigiani e piccole imprese di Mestre. Gli ultimi dati disponibili ci dicono che le Pmi italiane sono poco più di 4,7 milioni, pari al 99,9 per cento del totale e danno lavoro a 14,2 milioni di addetti, vale a dire il 76,4 per cento del totale nazionale, generando il 64 per cento del prodotto interno lordo nazionale. Per contro, le grandi imprese fatturano “solo” il 36 per cento del dato nazionale e il 35 per cento del valore aggiunto.
Le Pmi italiane sono uno straordinario serbatoio occupazionale, in particolar modo nel Mezzogiorno che è la ripartizione geografica del Paese che, a differenza delle altre, dispone di poche grandi imprese, quasi nessuna multinazionale e un numero contenutissimo di grandi banche e di assicurazioni. La maggiore incidenza è a Vibo Valentia. Seguono Isernia, Trapani, Agrigento, Campobasso e Cosenza. Molise, Calabria e Basilicata sul podio. La Puglia è nona per incidenza.
Stefania Losito
