Con Nunziante alla regia, commenta ironico: “Ci aspettiamo grandi incassi”
Non ha paura del “politicamente corretto”, Luca Medici, meglio conosciuto come Checco Zalone. “Bisogna essere intelligentemente scorretti, io non avverto questo problema, l’avete visto nel film”, ha detto l’attore comico parlando del nuovo film in uscita il 25 dicembre al cinema, “Buen Camino”. La commedia segna il suo ritorno nelle sale, a cinque anni di distanza da “Tolo Tolo”, in ben 1000 copie con Medusa Film. Dietro la macchina da presa torna Gennaro Nunziante, che lo ha scritto insieme a Medici, ricomponendo la coppia d’oro dei record in sala, e che si era separata solo per il film del 2020. Entrambi baresi, hanno lavorato insieme ai successi “Cado dalle nubi” (2009), “Che bella giornata” (2011), “Sole a catinelle” (2013) e “Quo Vado?” (2016).
Stavolta Zalone, in una storia che riserva anche battute su Gaza, Schindler’s List e l’11 settembre, interpreta Checco, il
rampollo viziato ed egomaniaco, di un industriale dei divani. Invece di lavorare, il protagonista passa il tempo con la sua fidanzata modella 25enne tra una super villa piena di statue e quadri autocelebrativi, yacht e feste come quella che sta preparando con 800 invitati per i suoi 50 anni. Festeggiamenti che deve rimandare quando l’ex moglie Linda (Martina Colombari) lo chiama per dirgli che la figlia adolescente, Cristal (Letizia Arnò), è scomparsa. Checco ritrova la ragazza in Francia dove la figlia, in cerca di valori autentici, sta per iniziare il cammino di Santiago di Compostela, lungo 800 km. Un’impresa in cui l’uomo, pur di riportarla presto a casa, decide di accompagnarla, tra ostelli, vita semplice (o quasi), disavventure, ricoveri e rinascite. Nel cast, fra gli altri, anche Beatriz Arjona, Hossein Taheri e Alfonso Santagata.
“Con Luca la prima volta che facciamo è chiederci chi è Checco oggi. Quando lo abbiamo immaginato stavolta, abbiamo pensato a un ricco – spiega Nunziante – e che il Cammino di Santiago potesse rappresentare qualcosa di completamente stridente con la sua vita” perché “da ricco lui si è considerato un Dio ma non si è mai messo alla ricerca di Dio. Solitamente la ricchezza si sostituisce alla divinità” e “infatti al cammino lui ci arriva in Ferrari”.
Venendo alle aspettative per il film (producono Indiana Production con Medusa in collaborazione con Mzl e Netflix) di
grandi incassi, “è inutile essere ipocriti… ci aspettiamo di fare i soldi” dice Zalone sorridendo. “Ci sono grandi aspettative anche per i dati arrivati sulle prevendite. Questo James, come si chiama, Camerun – scherza, riferendosi al regista di “Avatar: Fuoco e cenere”, James Cameron – dovrebbe svegliarsi il 26 e chiedersi ‘ma chi è ‘sto Zalone”.
Stefania Losito
