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Concertoni: Roma, 300mila in piazza San Giovanni. Taranto chiude prima per maltempo, Riondino: “Sosteneteci”

ROMA – Cinquanta artisti e 300mila spettatori in piazza San Giovanni a Roma per il Concertone del Primo maggio che, come ogni anno, lascia una scia di polemica sulle frasi dette e i gesti portati sul palco. La maratona musicale condotta da Ambra e Biggio, è partita con il ricordo di Lorenzo Parelli, 18enne morto sul posto di lavoro durante uno stage. La conduttrice lancia l’hashtag #ildirittochemimanca con un appello: Tenetevi le vocali di sindaca e avvocata ma ridateci il 20% delle retribuzioni che date agli uomini in più rispetto alle donne”. Ma i conduttori, poi, sono stati costretti a chiedere scusa in particolare per due momenti: dopo uno dei messaggi letti da Ambra nel pomeriggio sul tema #ildirittochemimanca: “Il diritto che mi manca è quello di tifare Lazio a Roma centro senza essere ‘corcato'”. Ambra: “Non c’era nessuna volontà di offendere, non da questa piazza”. E sulle parole del professor Rovelli che ha attaccato “i piazzisti di strumenti di guerra” e tirato in ballo, pur senza nominarlo, un ministro dell’attuale governo, Guido Crosetto. “Qua non c’è censura – dice ancora Ambra – Dispiace che non essendo un dibattito politico, quando si attacca qualcuno, come nell’intervento del professor Rovelli, dovrebbe esserci un contraddittorio che non c’è stato”. Il divulgatore scientifico e fisico ha toccato i temi dell’ambiente e ha attaccato le spese militari e i “piazzisti di strumenti di guerra” che costruiscono strumenti di morte “per ammazzarci l’un l’altro”. Poi, senza nominarlo, ha puntato il dito contro il ministro della Difesa Guido Crosetto, che in passato è stato presidente della Federazione aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza.

Johnson Righeira, artista simbolo degli anni 80, canta  L’estate sta finendo e Vamos a la playa, ma sfoggiato la bandiera antifascista ‘toute la vie unioniste antifasciste’, vietata negli stadi in Belgio. Piero Pelù, dopo l’esibizione con Alborosie, mostra la sua t-shirt che ritrae il presidente della Repubblica con la cresta punk: “La Costituzione dice che il lavoro è un diritto che viene tutelato, ma ci piacerebbe che comparissero anche le parole sicurezza e lavoro. Il garante è Mattarella, è rock, esorcizza tutto il male e ci unisce.

Due ore prima, il concertone di Roma aveva ricordato sul palco, con Mr. Rain, Barbara Capovani, la psichiatra uccisa nei giorni scorsi a Pisa da un paziente. La foto è comparsa sui maxischermi. “L’anno scorso da questo palco ho parlato di salute mentale – dice Mr. Rain – Ma in un anno non è cambiato niente. Farsi aiutare è una scelta che fa paura e non tutti non se lo possono permettere. E non è giusto. La salute mentale è un nostro diritto. Siamo tutti Supereroi”.

Già Ligabue aveva fatto il suo intervento trionfale, profondo, esperto, nel ritorno al Concertone romano dopo 17 anni: “Dieci anni fa ho scritto un pezzo sugli effetti della droga più vecchia del mondo. La droga più vecchia del mondo non è chimica, è mentale ed è la smania di potere”. E aggiunte: “ Però di fronte alle overdose di un certo potere, agli abusi di cui è capace, serve un altro potere, quello di far sentire la tua voce e non permettere a nessuno, per esempio, di provare a cancellare la tua storia e riscriverla come gli pare, di non permettere a nessuno di provare a toglierti il diritto di amare, certo, sempre in modo consenziente, ma di amare chi ti pare, come ti pare, quanto ti pare e mettere su la famiglia che ti pare e magari riuscire a mantenerla con un salario decente. Come dicevo questo è un pezzo sulla tossicità di quel potere che logora anche chi ce l’ha e fa così”.

TARANTO – “Abbiamo provato ad andare avanti per quanto ci è stato possibile. Erano condizioni molto proibitive, ma la macchina di Uno Maggio Taranto ha dimostrato anche quest’anno di essere una macchina altamente professionale. Tutte le maestranze hanno lavorato per metterci nelle condizioni di essere in sicurezza e la sicurezza per noi è fondamentale e sarebbe una barzelletta se mancassimo in questo”. Così Michele Riondino, che cura insieme ad Antonio Diodato e Roy Paci la direzione artistica del concertone dell’Uno Maggio Libero e Pensante di Taranto, spiegando la chiusura anticipata dell’evento rispetto alla scaletta a causa del maltempo. “Ringrazio – ha aggiunto – tutte le maestranze, tutti i service, tutti coloro – ha aggiunto – che ci hanno permesso di andare avanti fin quando è stato possibile. Non abbiamo potuto finire perchè ormai la pioggia era diventata insostenibile e anche il vento. Era un problema non di sicurezza in senso stretto perchè nessuno sarebbe morto sul palco ma sarebbe saltata la luce, ci saremmo dovuti fermare. Avremmo potuto avere problemi tecnici, per la scaletta, per l’esibizione degli artisti. Adesso dobbiamo gestire in qualche modo le prossime ore”. Riondino ha sottolineato che l’Uno Maggio Taranto “è un evento importante e Taranto ha bisogno di questo evento, così come l’Italia. Ma essendo una manifestazione totalmente autoprodotta perchè siamo noi che paghiamo di tasca nostra tutti i lavoratori e l’attrezzatura, dovremo trovare un modo per sostenere l’Uno Maggio Taranto non solo in modo passionale ma anche economico. Quindi nelle prossime ore ci attiveremo per organizzare degli eventi e raccolte fondi in città e in rete. C’è un crowdfunding unomaggiotaranto2023 con un link per invitare le persone a sostenere i costi di questo grandissimo evento”. L’ ultimo ad esibirsi è stato Gemitaiz. Sul palco avrebbero dovuto salire ancora, tra gli altri, Samuele Bersani, Vinicio Capossela, Tonino Carotone, Niccolò Fabi, Nino Frassica e la Los Plaggers Band, Marlene Kuntz, Ron e La Rappresentante di Lista.

Sul palco del parco archeologico però sono saliti i diritti di molti, come voleva il comitato organizzatore. “Se c’è un malato di cancro che non è attaccato a una macchina lui non ha diritto, lei non ha diritto. Lo Stato li inchioda a una tortura contro la loro volontà, minacciando di carcere chi li aiuta a morire, i medici non possono fare quello che possono fare in Spagna, in Olanda, in Belgio, in Lussemburgo. Se lo facessero a Taranto sarebbero arrestati”, ha sottolineato Marco Cappato, tesoriere della Fondazione Luca Coscioni, parlando del suicidio assistito nel suo intervento.

Al concertone dell’Uno Maggio Libero e Pensante di Taranto è intervenuto il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, ricordando la tragedia del naufragio di Steccato di Cutro del 26 febbraio scorso con il ritrovamento sulla battigia del piccolo Alì, morto a seguito dell’affondamento di un barcone. “L’umanità va recuperata, l’umanità – ha chiarito – non ha colore politico”. 

Stefania Losito

(@credits: foto in copertina dalla pagina ufficiale Facebook Primo Maggio Roma)

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