Più negozi nei quartieri in cui abitano. Lo chiedono gli italiani, secondo un’indagine di Confcommercio che ha registrato il malcontento dei cittadini che vivono nei quartieri meno centrali. Il report, condotto con la collaborazione di Swg, si concentra sulla desertificazione commerciale nelle città e precisa che, per gli abitanti, la presenza di negozi nel luogo in cui si vive è l’elemento che vede la maggiore soddisfazione in assoluto e l’unico che riceve una valutazione positiva in tutte le aree del Paese e in tutte le tipologie di comuni, in misura maggiore persino rispetto alla presenza di spazi verdi e di servizi pubblici, come scuole, ospedali, centri sportivi.
Per er il 64% degli intervistati gli esercizi in prossimità rafforzano le comunità, per il 57% fanno sentire più sicure le persone e fanno crescere il valore delle abitazioni (fino al 26% in più). La chiusura dei negozi preoccupa e intristisce i cittadini, soprattutto al Nord e nelle città di medie dimensioni, che percepiscono chiaramente quali tipologie sono a maggiore rischio. Le persone intervistate hanno anche denunciato la maggiore presenza di farmacie e tabaccherie rispetto a esercizi commerciali che vendono abbigliamento, elettronica e alimentari.
Negli ultimi dieci anni, a Potenza, ad esempio, ha chiuso il 13,7% dei negozi. Il centro storico del capoluogo lucano ne ha persi 84. Crescono invece gli alberghi, i bar e i ristoranti ma complessivamente di appena due unità, senza dunque riuscire a compensare le riduzioni del commercio. Solo bar, in totale 70, resistono alla desertificazione commerciale.
Stefania Losito